Brisighella, l’installazione artistica sarà spostata, nessun furto

Faenza

Un giallo risolto ancora prima di nascere. Infatti non è fondata, anzi è stata categoricamente smentita, la notizia, diffusasi qualche giorno fa, che cacciatori di reliquie artistiche o semplici vandali si fossero impossessati di frammenti appartenenti all’opera “Giardino di Ebe” di Hidetoshi Nagasawa smantellati da via Spada e collocati nel parcheggio dell’ex Gufo in attesa di essere riutilizzati.

L’installazione, molto discussa in realtà per la sua interferenza con uno degli scorci più pittoreschi del paese, fu realizzata in massi di selenite (minerale del gesso), e dopo lo smontaggio i “pezzi” sono giacenti nel parcheggio dell’ex Gufo (zona Terme), in attesa della ricomposizione che avverrà in largo Zwingenberg.

«Nessun frammento è stato asportato – afferma l’assessore Dario Laghi -, quanto diffuso non corrisponde al vero: ho fatto controllare dalla Polizia locale insieme alla ditta che si è occupata dello stoccaggio e non manca nulla. In merito alla ricollocazione in largo Zwingenberg vi è un progetto condiviso con la Soprintendenza».

L’opera dello scultore e architetto giapponese fu realizzata nel 2000 quando il centro storico comunale si trasformò in vetrina a cielo aperto per ospitare i lavori di diversi artisti (Nagasawa, Sassi e altri). L’esposizione fu però classificata temporanea, seppure alcune opere, come appunto il Giardino di Ebe, particolarmente difficile e costosa da rimuovere, rimase al suo posto e in 25 anni si può dire che si fosse storicizzata entrando a fare del panorama.

Un’altra opera di Ivo Sassi, vicino alla piazzetta del Suffragio, fu donata al Comune ed è diventata un’installazione permanente nel luogo dove l’aveva pensata l’artista.

Per il “Giardino di Ebe” il discorso è diverso. Come riferito dal Comune, «è stato necessario rimuoverlo al fine di consentire la riparazione e il rifacimento dei sottoservizi danneggiati a seguito degli eventi alluvionali del 14 novembre 2024, previo comunque inoltro alla Soprintendenza di Ravenna di comunicazione per lo smontaggio, onde consentire l’esecuzione dei lavori secondo quanto previsto dall’art. 27 del Codice dei beni culturali».

La costruzione artistica si trovava sopra tubazioni dell’acqua e si erano verificate delle perdite, segnalate da residenti con problemi a fruire del servizio acquedotto nelle abitazioni.

«Trattandosi di un’esposizione temporanea – continua il Comune - non fu richiesta alcuna particolare autorizzazione in quanto le opere sarebbero già dovute essere rimosse al termine della rassegna. Ma il lavoro di Nagasawa non fu mai tolto, crediamo per la sua complessità, nonostante evidenti segni di degrado e lesioni a causa della vetustà e per la rottura delle tubazioni nel sottosuolo. Tant’è che risultava pericolosa per la pubblica incolumità».

Così si è proceduto alla rimozione e alla conservazione delle porzioni tolte in accordo con la Soprintendenza, porzioni quindi tutte disponibili. Nessun problema per i lavori di Hera, mentre il cambio di location invece ha sollevato sia contestazioni che apprezzamenti.

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