Attacco di Israele in Qatar, il maestro di tennis di Faenza, Sassi, a Doha sotto le bombe: «Ordigni vicino al campo dove si allena mio figlio»

«Israele ha attaccato il Qatar, un Paese sovrano che non ha mai attaccato o messo in pericolo nessuno, tanto meno lo Stato di Israele...». Comincia così il post pubblicato su Facebook da Filippo Sassi, 42 anni, di Faenza, che da anni si divide tra Romagna e Doha, la capitale del Qatar, dove vive e lavora come istruttore di tennis, mentre nella città manfreda dirige il museo intitolato al padre, l’indimenticato maestro della ceramica Ivo Sassi. L’attacco di cui parla è quello che ha scosso la città nella giornata di ieri, quando un’esplosione, causata da un raid israeliano diretto ai vertici di Hamas, ha colpito un’area residenziale non lontano dal centro sportivo dove si allena suo figlio, Diego, 12 anni, anche lui a Doha. «Siamo vivi per fortuna - ha raccontato Filippo alla mamma Carmen, in forte apprensione a Faenza -. Diego non è andato ad allenarsi, aveva dei compiti da fare, meno male, perché i campi sono proprio a ridosso del punto in cui è avvenuta l’esplosione. La gente è scesa in strada, ha pensato di essere presa d’assalto, ha paura e anche noi siamo molto spaventati. L’aeroporto è intasato. Noi restiamo in costante contatto con l’ambasciata che sta monitorando la situazione e ci dice di stare calmi: ci rimettiamo a quello che ci raccomandano».