Faenza: tra bufere di neve, ghiaccio e rischi di valanghe

Faenza

I top runner della Leopodistica faentina straordinari protagonisti della Cosa della Bora: l’ipertrail estremo che si è concluso in questi giorni nel Nord est della Penisola, tra il Friuli e la Slovenia.

Sono partiti in sette: in quattro hanno concluso l’intero percorso di 180 km, in tre tagliando il traguardo insieme in 41 ore e 30 minuti, un quarto poco dopo. Degli altri tre uno ha terminato il tragitto ridotto mentre due si sono ritirati.
Tra i tre giunti insieme Marco Gurioli è il presidente della società, non nuovo a queste performance che sfidano i luoghi più impervi, le condizioni climatiche più avverse e notevoli dislivelli su percorsi lunghi anche centinaia di chilometri: vere prove di endurance fisico in cui può essere facile perdersi se non ci si fa guidare dal Gps.

«Devi sconfiggere sonno e fame – racconta Gurioli –, fare i conti con gli impedimenti di natura, essere dotato di un forte equilibrio psicologico e spirito di avventura abbinato a valori sportivi non indifferenti».
Il dislivello era di 7.700 metri lungo un itinerario attraverso zone carsiche isolate e prive di ogni confort.
«Dovevamo partire dall’Italia ma poi per condizioni meteo sfavorevoli ci hanno dirottato sul versante sloveno del Monte Canin a 2.200 metri di quota – prosegue il presidente –. Dalle 6 di mattina l’orario è slittato alle 9 perché un’abbondante nevicata ha indotto a modificare il percorso portandolo dai 169 km previsti a 180, aggirando il rischio valanghe».
Un inizio dunque pieno di difficoltà nella neve fresca e un vento sferzante a tagliare il respiro. «Fino a Bovec – continua il top runner – abbiamo dovuto fare i conti con situazioni al limite del proibito lungo il fiume Isarco fino a Caporetto. Da qui ci siamo spinti sul monte Matajur a 1400 metri, tutto innevato e con temperature di 15 gradi sotto zero. Al rifugio Solari in tanti hanno abbandonato».

La corsa toccato le antiche postazioni in trincea della prima guerra mondiale: «Ed è qui che ci siamo resi conto del sacrificio fatto dai nostri soldati in uno scenario da brivido con neve, freddo, vento, sonno, fame, in una natura selvaggia e panorami mozzafiato. Io e i miei due amici, Corrado Venturini anche lui di Faenza e Pierugo Angeli di Imola, siamo un team ormai collaudato, avendo portato a termine altre 2 edizioni di questo trail e diverse Ultramaratone».
Il traguardo è stato tagliato a Portopiccolo Sistiana (Ts). Dopo poco è giunto anche William Bordini, mentre Nazario Tramonti aveva scelto il percorso ridotto, ma sempre in modalità Gps. La Leopodistica è specializzata in simili prove estreme che organizza anche, come il “Capraia rock trail” (in calendario il 10 aprile) il “Krash trail” sui nostri calanchi con partenza e arrivo a Errano.

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