A Faenza il termometro utilizzato per inventare il barometro

Faenza

FAENZA. Due cimeli storici legati allo scienziato Evangelista Torricelli sono stati donati da Giorgio Cicognani, schedatore di oggetti medioevali e moderni per la Regione Emilia Romagna, al Museo Torricelliano presso palazzo Laderchi. Si tratta di un termometro ad aria per la misurazione della temperatura, usato fino agli anni Cinquanta del Novecento, e di un piccolo dipinto su tavola di autore anonimo, raffigurante il vecchio podere “Torricella” dove, per diversi anni, si è ipotizzato che fosse nato il grande scienziato.

La donazione

L’annuncio del dono è stato dato dal presidente della società Torricelliana di Scienze e Lettere, Alessandro Montevecchi, nel corso della presentazione alla Bottega Bertaccini del numero speciale del “Bollettino” della società, uscito a coronamento del settantesimo anniversario della stessa. Fu infatti fondata nel 1947 su iniziativa di monsignor Giuseppe Rossini che insieme ad altri studiosi si prefisse di promuovere un’accademia inizialmente ospitata nei locali della biblioteca comunale, dove furono accorpate tutte le opere e gli studi su Evangelista Torricelli e creato il Museo Torricelliano, ora spostato a palazzo Laderchi.

Il termometro

E’ del tipo ad aria, utilizzati fin dal XVII secolo e formati da un lungo tubo in vetro collegato ad un’ampolla piena di acqua. Il funzionamento si basa sulla dilatazione dell’aria che determina uno spostamento dell’acqua lungo il tubo. L’entità dello spostamento indica la temperatura che viene quantificata attraverso una scala graduata. Il museo manfredo espone alcuni di questi strumenti antichi, probabilmente utili a Torricelli per portare all’invenzione, nel 1643, del barometro a mercurio.

Il dipinto

E’ l’illustrazione della casa, annessa al podere “Torricella” sulle colline faentine, in frazione Quartolo. In questa abitazione rurale «ormai in totale abbandono – spiega Cicognani – si è pensato che fosse nato lo scienziato, prima della scoperta dell’atto di battesimo, in Roma, fatta dal professor Giuseppe Bertoni».
L’antico nome del podere si collega comunque alla presenza della famiglia Torricelli a Faenza, dove lo scienziato si trasferì da Roma per seguire i primi studi alla scuola dei Gesuiti, presso lo zio, frate Iacopo.
La casa risulta riprodotta con altra visuale anche in una serie di cartoline stampate in città all’inizio del ‘900 proprio a voler sottolineare che Evangelista Torricelli fosse nato a Faenza e contrastare così chi allora sosteneva che avesse visto la luce addirittura a Piancaldoli, sulle colline toscane. La scoperta dell’atto di battesimo a Roma da parte di Bertoni sconfessò entrambe le località e collocò in via definitiva la nascita nella capitale.
La casa e il podere Torricella rappresentano comunque un’eloquente testimonianza, ancora visibile, delle origini faentine del grande scienziato.

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