Avrebbe compiuto 101 anni ad ottobre, Sante Minghetti, deceduto domenica scorsa per complicazioni cardiache, dopo essere stato salvato, insieme alla moglie Irene di 92 anni (65 di matrimonio) dal terrazzo della sua abitazione in via De Gasperi. E’ questo uno dei tanti interventi compiuti dalla Protezione civile che in quella zona, densamente abitata e pesantemente colpita dall’alluvione, ha fatto la spola con i mezzi nautici per due giorni di seguito portando all’asciutto un numero considerevole di persone.

«Mio padre – racconta la figlia Ilaria – abitava al secondo piano: non c’era né luce né acqua corrente e neppure linea telefonica, perciò abbiamo preferito allontanarci, come ho fatto anch’io che abito nello sesso palazzo, in pratica siamo dirimpettai. I vicini ai piani bassi hanno perso tutto, noi solo quanto si trovava nelle cantine». Sante non è una vittima dell’alluvione, sebbene lo stress subito alla sua età potrebbe avere inciso. Ciò che ha visto è riuscito a commentarlo e descriverlo «come una guerra – continua la figlia –, guerra che lui, vissuto oltre un secolo, ha subìto in prima persona perché fu imprigionato quando era in procinto di essere deportato. Riuscì a fuggire vivendo nelle campagne per diverso tempo. Questa è stata la seconda catastrofe della sua vita». Sante, nonostante l’età, era una persona molto attiva e piena di interessi. Era iscritto al gruppo Astrofili faentini, possedeva potenti cannocchiali che aveva modificato con sue invenzioni per potere osservare le macchie solari. Teneva approfondite relazioni durante le osservazioni guidate organizzate dal club che ad ottobre, all’anniversario dei 100 anni, lo aveva festeggiato. In vita era un tecnico radio/tv e fino alla pensione gestiva un laboratorio in via Sarti, perciò era molto apprezzato e conosciuto. Guidava la macchina, studiava, leggeva e dipingeva. Sempre in occasione dei 100 anni fu protagonista di un’interessante mostra personale alla Bottega Bertaccini, coronata da uno straordinario successo di pubblico ad ascoltare i suoi resoconti artistici. Le sue opere sono uno spaccato della città ripresa nei suoi scorci più monumentali e pittoreschi. «Da tale occasione trasse giovamenti – aggiunge la figlia – tant’è che si mise a fare nuovi progetti. Anche dopo l’alluvione è stato prodigo di consigli utili su come organizzarci nell’emergenza e nel dopo». La famiglia evacuata ha trovato ospitalità da parenti e amici. Ora la luce è tornata in via De Gasperi, ma nell’appartamento abbandonato in gommone tornerà solo la moglie Irene. I funerali si svolgeranno questa mattina alle 10 nella chiesa di sant’Antonino poi la salma sarà portata a Ravenna per la cremazione. Le ceneri riposeranno nella tomba di famiglia a Pieve Cesato.