Faenza, si cerca un nuovo curatore per la Pinacoteca

Faenza

È stato pubblicato dall’Unione della Romagna faentina l’avviso di procedura comparativa per il conferimento di un incarico di consulenza scientifica e supporto nella cura delle collezioni della Pinacoteca comunale di Faenza. Tradotto dal gergo burocratico, significa che il Comune è in cerca di un nuovo curatore per il museo, riaperto nel dicembre scorso dopo una chiusura che durava dal febbraio 2020, coincisa con lo scoppio della pandemia. Un periodo durante il quale la Pinacoteca è stata oggetto di diversi interventi migliorativi, oltre che di un riallestimento delle sezioni espositive, che ora l’amministrazione è decisa a valorizzare in una chiave anche turistica.
L’incarico, a tempo determinato, sarà operativo fino al 2024 e partirà già da quest’anno: per i mesi restanti del 2022 il compenso sarà di 15mila euro, mentre per il 2023 e il 2024 sarà di 30mila euro ciascuno, arrivando così ad un totale di 75mila euro.

La necessità di individuare un curatore che si occupi preminentemente della Pinacoteca era stata annunciata già mesi fa dal sindaco Massimo Isola, che fornendo alcune anticipazioni sul futuro dell’istituzione manfreda, una delle più antiche e prestigiose in regione, aveva dichiarato di volere procedere su due canali paralleli sul fronte gestionale: da un lato una figura da destinare alla direzione unica di tutte le realtà museali presenti all’interno dell’Urf, dall’altro una professionalità da mettere a disposizione esclusiva del museo che conserva, tra gli altri, capolavori quali il San Girolamo di Donatello o la Pala Bertoni.
Di nomi ne sono già circolati, tra cui quello della storica dell’arte cesenaticense Roberta Bartoli, moglie del direttore degli Uffizi Eike Schmidt (erano entrambi presenti all’inaugurazione della Pinacoteca) e autrice di diverse pubblicazioni proprio su alcune opere presenti nella collezione faentina, tra cui appunto la Pala Bertoni. E la competenza specifica sul patrimonio artistico manfredo è uno dei prerequisiti richiesti dal bando. È ovvio che qualsiasi valutazione precedente la chiusura del bando e il giudizio della commissione, ancora da costituire, risulti prematura.

Quello che invece è sicuro è che chi si occuperà di curare le collezioni della Pinacoteca non dovrà limitarsi a ragionare in ottica turistica, ma dovrà anche fare valutazioni sui prestiti da concedere: il già citato San Girolamo di Donatello, ad esempio, si trova ora ai musei San Domenico di Forlì per la mostra sulla Maddalena, dove però è assente la scultura dell’artista raffigurante proprio la Maddalena e a cui l’opera faentina viene spesso comparata per affinità stilistiche. D’altronde una importante mostra su Donatello è attualmente in corso a Palazzo Strozzi a Firenze. Altri punti di cui occuparsi, infine, saranno quelli dell’espansione nel Palazzo degli studi, da cui se ne andrà il liceo classico, e la gestione dei depositi: le opere che giacciono non viste da nessuno, anche di valore storico e artistico non indifferente, sarebbero diverse.

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