Faenza, si accende il dibattito attorno al futuro del Palio

Di Palio e Paliodromo si è parlato martedì sera al rione Verde ad un incontro aperto alla cittadinanza. Si è trattato di un dibattito su quanto finora emerso dalle presentazioni del nuovo impianto da realizzarsi al Centro civico rioni e più in generale sulle manifestazioni legate al Palio in giugno.
Ad abbandonare lo stadio Bruno Neri non tutti si sono dichiarati favorevoli, perché verrebbe a cadere una tradizione consolidata e sorgerebbero complicazioni a livello di sfilata: «Se portiamo i figuranti in campagna, per raggiungere il nuovo campo di gara ci ridono dietro e non viene nessuno a vederlo» ha evidenziato uno degli intervenuti.
Anche per questo, se il Paliodromo si farà, andrebbe revisionata buona parte del palinsesto delle manifestazioni collaterali, sfilata in primis, sulla quale è possibile ragionare, insieme ad altre soluzioni a vantaggio del centro storico.
Non sono mancati sostegni a mettersi in gioco e a cogliere un’occasione che potrebbe rivelarsi «una grande opportunità turistica». Di buon grado è stata presa la possibilità di creare una scuola di equitazione/maneggio, da sempre sostenuta dal rione Verde e mai andata in porto.

A chi non capiva perché si abbandona il Bruno Neri è stata spiegata la promiscuità con il Faenza Calcio che comporta spese di allestimento (costose tribune aggiuntive) e ripristino del terreno ad ogni stagione, oltre all’inidoneità dello stadio per motivi igienici qualora si volessero ospitare più gare di cavalli, oltre alle giostre previste.
L’abbandono quindi potrebbe essere una scelta necessaria se si guarda al futuro. Il nuovo impianto sarebbe ad uso esclusivo cavalli tutto l’anno, sempre pronto senza lavori di allestimento, montaggio e smontaggio di pista e tribune.


Si è parlato anche di costi, discorso mai affrontato finora. Senza sapere quanto si spenderà per il Paliodromo e le strutture annesse, è stata valutata comunque conveniente la possibilità di fruire dei 50mila metri cubi di terra provenienti da un bacino idrico in fase di realizzazione in zona a cura del Consorzio di Bonifica: sarebbe utilizzata per tribune capaci di circa 10mila posti. Qualcuno ha però sottolineato che «per un complesso moderno, polifunzionale, dedicato a diversi tipi di gare equestri e che non risulti una cattedrale nel deserto servono investimenti milionari, altrimenti si corre il rischio di fare qualcosa di peggiorativo. Ci sono i soldi per fare tutto come si deve?». Al momento non vi è alcuna risposta.
Sulla gestione delle nuove aree, ritenuto impensabile che possa essere affidata al volontariato, è comparsa l’ipotesi di una Fondazione che metta insieme privato e volontariato: «Un progetto di Fondazione del terzo settore, peraltro già avanzato tempo fa – ha ricordato Luciano Dal Borgo – ma che poi rimase solo sulla carta. Forse è il caso di riprenderlo».
Inoltre come espresso da più parti «i rioni dovranno avere voce in capitolo su ciò che l’area potrà ospitare e ricavarne utili economici a sostegno dei rioni stessi e delle loro attività».

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