Faenza, sbandieratori: la Fisb non vuole più i faentini, i rioni cercano soluzioni alternative

La Fisb ha rifiutato il tesseramento del Gruppo sbandieratori del Palio del Niballo di Faenza, pertanto se non si vi saranno ulteriori trattative concilianti la città manfreda resterà esclusa non solo dai campionati italiani (di cui detiene il titolo) ma anche da tutti i tornei sotto l’egida Fisb.
Di questo si è parlato in una riunione giovedì sera tra rappresentanti del Comune, capi rione e Consiglio dei Dieci, una riunione indetta proprio per discutere quali possibili soluzioni trovare all’impasse venutosi a creare.
Nella mail inviata dalla Federazione la pratica dell’iscrizione è stata “respinta”, nonostante sia già stata pagata l’iscrizione di 5mila e 500 euro, tra l’altro fino a qualche giorno fa non restituiti.
Si sostiene nello specifico che a Faenza manchino le prerogative richieste dallo statuto: «Siete ontologicamante privi di requisiti» e tantomeno viene riconosciuta la “qualificazione giuridica” in quanto l’iscrizione come Gruppo del Comune sarebbe «carente di legittimazione».

Ovviamente a Faenza l’interpretazione è diversa, ma la Fisb pare al momento volere chiudere il rapporto, perlomeno in merito alla denominazione finora utilizzata, cioè “Gruppo sbandieratori Palio del Niballo di Faenza”.
Potrebbe essere diverso se ogni rione si iscrivesse singolarmente, ma questo comporterebbe la ripartenza dal campionato di A3, soluzione svilente per i campioni italiani e per il livello agonistico espresso dagli atleti faentini. E probabilmente non tutti rioni potrebbero essere ammessi.

Tra le considerazioni emerse vi è che Faenza non ha mai cambiato dal 1996 ad oggi “qualificazione giuridica” e non risulta che la Fisb abbia mai cambiato statuto, perciò è perlomeno ambiguo che solo quest’anno sia emerso questo problema.
Sullo sfondo vi sono i rapporti incrinatisi con la Fisb dopo la partecipazione dei faentini alla cerimonia dì inaugurazione dei mondiali in Qatar. Un’esibizione poco digerita dall’organo federale perché sarebbe avvenuta in autonomia senza darne comunicazione.
A Faenza invece chi sostiene la legittimità della partecipazione adduce che, essendo gli sbandieratori espressione del Comune, non vi è alcun obbligo di rendere conto delle trasferte di quel tipo alla Federazione, si sentono liberi di farlo autonomamente. Oltretutto in Qatar non si sono si sono esibiti gli ultimi della classe, ma i campioni italiani in carica.


Forse ora sarà messo in atto qualche altro tentativo di ricucitura, a opera probabilmente di chi, pur faentino, dentro la Fisb ci resterebbe comunque (giudici, ispettori, commissari). Se però lo strappo non dovesse risanarsi, quali potrebbero essere le alternative? Il torneo di giugno a Faenza si farebbe ugualmente con i giudici espressi dai rioni.

Poi si dovrà valutare se cedere all’estromissione e ripartire dall’A3 come singoli rioni oppure chiedere di aderire per esempio alla Lis (Lega italiana sbandieratori) che raccoglie già 34 iscritti con città storiche di tutto rispetto (Arezzo, Viterbo, Assisi, Foligno, Orvieto, Narni, Amelia, Legnano per esempio).
Qui tanti gruppi rappresentano il Comune e non la contrada, il rione o il quartiere, perciò non dovrebbe essere difficile essere inclusi mantenendo la denominazione attuale. Anche con la Lis si svolgono campionati italiani di A1 e under 18, con regolamenti leggermente diversi dalla Fisb, ciò consentirebbe agli alfieri faentini di continuare a confrontarsi con altre realtà in contesti ufficiali sempre di spessore. FOTO MMPH

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