Faenza, rifiuti abbandonati in una discarica a cielo aperto nei calanchi

Faenza


Una discarica a cielo aperto nei calanchi: si presentano così alcuni punti, tra i più suggestivi del territorio, sulle colline tra via Berta e via Pideura, paesaggi unici e levigati dai millenni invasi da rifiuti di ogni tipo.
Non proprio un eccellente biglietto da visita per luoghi su cui si sta investendo notevolmente in chiave turistica, cercando di intercettare in modo particolare i viaggiatori del nord Europa, attratti sì dalle bellezze naturali, ma non di certo dal mancato rispetto verso l’ambiente. Soprattutto se esso si manifesta in maniera così oltraggiosa verso quello che è a tutti gli effetti un patrimonio comune da preservare.

La visione che si offre agli occhi di chi si sporge sui calanchi è desolante: scheletri di elettrodomestici rotti, barili di oli per motori, confezioni di prodotti fitosanitari, lastre di eternit e persino spartitraffico in plastica rossi e bianchi, di quelli che si vedono nei cantieri.
In un punto si può persino trovare la ciambella di un wc, senza contare tipologie di rifiuti più classiche, come bottiglie di vetro e confezioni varie. Insomma, non solo di maleducazione si tratta, ma di vere e proprie azioni criminose: molti dei materiali presenti, oltre a necessitare di migliaia di anni per essere smaltiti, risultano infatti inquinanti o dannosi per l’ambiente.
E la vicinanza di campi coltivati, con prodotti poi destinati a finire sulle tavole dei consumatori, rende il panorama ancora meno rassicurante.

Le zone in questione sono particolarmente frequentate dagli appassionati di biciclette e di camminate: da lì vicino passa ad esempio il sentiero 505 del Cai, uno dei fiori all’occhiello del territorio della Romagna faentina.
Ma per accorgersi della gravità della situazione è necessario scostarsi leggermente dalla strada principale e salire sui punti panoramici: da lì lo spettacolo dei calanchi è senza dubbio folgorante, così come mozzano il fiato, ma in negativo, le distese di immondizia e rifiuti tossici.

In alcuni casi l’ossidazione dei materiali ferrosi lascia pensare che si tratti di resti abbandonati sul posto già da diverso tempo. Ma questo punto la domanda sorgerebbe spontanea: come è possibile che nessuno si sia mai accorto di nulla né abbia denunciato il fatto alle autorità competenti?

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui