Faenza, ricerche all'Oasi delle cicogne

Faenza

Le tecniche di costruzione del nido, le fasi del corteggiamento, la nutrizione dei pulli, le preferenze territoriali, la tipologia del volo, gli spostamenti, il comportamento della colonia sia in gruppo sia per quanto riguarda i singoli esemplari sono ora più chiari grazie a un lavoro di studio e ricerca svolto all’Oasi faentina delle cicogne. Non mancano le sorprese, come certi rituali amorosi che alludono a comportamenti umani.

Una recente mostra al centro commerciale “Le cicogne”, organizzata dagli “Amici delle cicogne”, che gestiscono l’oasi faentina, ha messo in evidenza particolari inediti sul comportamento di questi uccelli. Nelle foto esposte sono stati colti con grande professionalità ed efficacia particolari aspetti e dinamiche, atteggiamenti inerenti l’evoluzione della specie di interesse anche scientifico. Molte cose già si sapevano, ma mai una documentazione fotografica così precisa ne aveva testimoniato i connotati salienti.

Documentazione sulla specie
«Possiamo dire – afferma Sergio Montanari, fotografo e presidente dell’associazione “Amici delle cicogne” – che abbiamo immortalato il mondo delle cicogne dell’oasi, visto con i loro occhi. Questo grazie all’utilizzo di un drone, con il quale è stato possibile svolgere un lavoro certosino di monitoraggio dei comportamenti, immortalandoli e andandoli ad aggiungere alla documentazione disponibile sulla specie».

«Per esempio – racconta in proposito Montanari – è stato possibile documentare da vicino la loro maestria nell’intrecciare i rami che ricercano adatti allo scopo per costruire dal nulla un nido perfettamente rotondo di grandi dimensioni. E qui abbiamo notato che le tecniche si sono evolute e adeguate ai tempi: oltre ai rami infatti selezionano rifiuti, corde, strisce di nylon, plastica e perfino cavi elettrici che reperiscono nei fossi o nei campi. Spesso è proprio con questi materiali che contribuiscono a dare solidità al nido».

Le dinamiche di coppia
Altro fenomeno notato, davvero straordinario, è quello della coppia che ad ogni migrazione si separa per poi ricongiungersi l’anno dopo. «E’ il terzo anno che succede – dice Montanari -. In agosto il maschio parte e lascia la compagna a Faenza, poi l’anno successivo ritorna da lei, si accoppiano e danno alla luce tre o quattro cicognini che poi migrano insieme al padre. Ebbene abbiamo notato che alcuni giorni prima della partenza i due esemplari adulti trascorrono molto tempo insieme dando vita ad una sorta di rituale amoroso che però non prelude l’accoppiamento: tubano, si strusciano poi quando lui parte, lei lo accompagna per un breve tratto, prima di tornare a Faenza: è come se lo salutasse e gli facesse mille raccomandazioni. Davvero incredibile».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui