Faenza, "principe azzurro" truffa una donna e le porta via 3600 euro

Ravenna

FAENZA. Sempre più spesso le cronache riportano casi di donne rimaste vittime di persone che mettono a punto raffinate truffe facendo leva sulla loro solitudine. Le truffe sentimentali, ‘Romance scam’, conosciute anche come ‘Truffa del Principe azzurro’, sono un fenomeno che produce importanti volumi di denaro sottratto alle vittime che vengono contattate e raggirate attraverso chat e canali social. In realtà poi, dietro a una singola persona, spesso si nascondono vere e proprie organizzazioni criminali dedite a queste tipologie di reati.

Nell’ambito di una inchiesta internazionale nata da una denuncia, un 26enne originario della Nigeria, residente a Faenza e in regola con il permesso di soggiorno, è stato denunciato dagli agenti del nucleo di polizia giudiziaria del comando della polizia locale dell’Unione della Romagna faentina perché sulla sua carta ricaricabile PostePay erano finiti 3.600 euro inviati da una donna truffata.

Nel caso specifico la vittima è una cittadina ungherese e lì residente contattata attraverso il web da una persona che si era presentata per essere un militare dell’Onu in missione all’estero. I due avevano iniziato iniziato a scambiarsi messaggi e dopo qualche tempo il falso militare aveva mostrato per la donna un interesse che andava ben oltre l’amicizia. Quando il truffatore ha compreso che la cosa veniva corrisposta, passato qualche giorno, l’uomo, convinto di essere riuscito a far credere alla donna di aver trovato il suo principe azzurro, ha raccontato di essere stato derubato di documenti e denaro e di non avere le disponibilità economiche per poterla andare a trovare di persona per conoscerla. La donna a quel punto, ormai completamente soggiogata, si è detta disponibile a dargli una mano. È così arrivata la richiesta: 3.600 euro che la vittima ha versato su una carta ricaricabile PostePay. Dopo quel versamento la donna però non aveva più avuto alcuna notizia dell’uomo che diceva di amarla.

Passata qualche settimana, la donna, che evidentemente si era resa conto di essere caduta in una truffa, ha sporto denuncia nel suo Paese, in Ungheria. Dalla querela si è messa in moto una complicata indagine che ha portato a una rogatoria internazionale con delega d’indagine, da parte della Procura di Milano, al nucleo di polizia giudiziaria dei vigili di Faenza perché la carta PostePay sulla quale era stata versata la cifra portava, come accertato dall’unità specialistica investigativa e prevenzione della polizia locale di Milano che aveva ricevuto la delega iniziale, alla nostra città.

Dopo un’attività investigativa, gli agenti faentini hanno rintracciato e identificato il possessore della carta PostePay in questione, per l’appunto il 26enne originario della Nigeria. Convocato al comando di via Baliatico gli agenti del nucleo di polizia giudiziaria sono venuti a conoscenza di altri riscontri utili trasmessi alla Procura di Milano; l’uomo è quindi stato denunciato per truffa aggravata. Non è escluso che potesse far parte di una organizzazione criminale dedita a questi tipi di reati con al centro donne sole. “La raccomandazione - dicono dal comando di via Baliatico - da fare in questi casi è di prestare molta attenzione nel caso in cui si venga contattati tramite le chat del web da sconosciuti che mostrano un interesse particolare alla propria sfera personale: non sempre chi chiede informazioni personali è chi dice di essere. L’indicazione di massima è poi sempre quella di diffidare soprattutto di chi chiede denaro che, una volta concesso, è praticamente impossibile riuscire a recuperare”.

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