Faenza piange Carlo Sangiorgi. Mercoledì i funerali

Faenza

Faenza piange Carlo Sangiorgi, protagonista dello sport e dell'associazionismo manfredo deceduto nella mattinata di domenica, all’età di 82 anni, dopo una breve malattia; mercoledì 17 marzo alle 10.30 si terranno i funerali nella chiesa della Beata Vergine del Paradiso.

Giocatore di calcio in gioventù, nelle fila della Robur, la squadra fucina di tanti campioni, Sangiorgi lasciò molto giovane l’agonismo per dedicarsi all’attività lavorativa al Monte di Credito su Pegno e Cassa di Risparmio di Faenza (poi divenuta Banca di Romagna e oggi Credit Agricole) dove percorse tutta la sua carriera concludendo come funzionario del settore sviluppo. La Robur gli sarebbe però sempre rimasta nel cuore e nel 2016 organizzò le celebrazioni per i 70 anni dalla fondazione con mostra fotografica e raduno. La sua passione per il calcio, la montagna e lo sport in generale, portarono Sangiorgi a impegnarsi della vita associazionistica della città. Fu, ad esempio, il fondatore e l’animatore del gruppo dei pensionati per il quale organizzò per oltre 20 anni il raduno annuale, impegno culminato con il volume “A m’arcord de Mont” mentre l’amore per il Milan, la sua squadra del cuore, che gli permisero di entrare in contatto con grandi personaggi come il cannoniere Gunnar Nordhal, lo spinsero a fondare, assieme ad altri tifosi rossoneri, il Milan Club Faenza, del quale ricoprì l’incarico di presidente. Carlo Sangiorgi, con tenacia e al tempo stesso discrezione, riuscì a portare a Faenza i più grandi campioni del Milan degli anni ’90: da mister Arrigo Sacchi, a capitan Franco Baresi, Carlo Ancelotti, Daniele Massaro, Sebastiano Rossi. Sport incontri indimenticabili non solo per i tifosi milanisti, che avranno poi una appendice nel 2018 con la presenza in città di Gianni Rivera. Il Milan Club Faenza per diversi anni fu centro di aggregazione e socialità organizzando trasferte allo stadio San Siro, visite al centro sportivo di Milanello. Il libro ‘Milan un amore infinito’, scritto nel 2010, ripercorre la storia della società rossonera per i 100 anni dalla fondazione e i 36 del sodalizio di supporter faentini.

L’altro grande interesse di Carlo Sangiorgi fu sempre la montagna, in particolare le Dolomiti, frequentate fin da bambino con lo zio Arturo Tanesini, noto ingegnere impiantista, scrittore e scalatore trasferitosi da Faenza a Bolzano. Così nel 1993 affiancò il figlio Giuseppe, giornalista professionista, con il quale diede vita a un binomio impegnato nell’associazionismo e nello sport, sempre con Faenza nel cuore, nell’organizzazione della Festa della Montagna per l’Uoei. Faenza diventò meta di grandissimi nomi dell’alpinismo e degli sport invernali: da Walter Bonatti a Reinhold Messner, Simone Moro, da Alberto Tomba a Piero Gros e Simone Origone, a Manuela Di Centa e Deborah Compagnoni. Nel 2016 una straordinaria mostra fotografica inaugurata proprio da Messner celebrò alla Galleria della Molinella i 50 anni della Festa della Montagna, già ricordata nel volume dedicato nel 2012 per il centenario della sezione faentina. Nel 2018 l’Uoei nazionale conferì a Carlo Sangiorgi il diploma al merito con distintivo d’oro, massimo riconoscimento Uoeino, per il suo impegno nella organizzazione della Festa della Montagna.

“Per me - lo ricorda il figlio Giuseppe - è stato un padre meraviglioso, ma soprattutto il mio migliore amico. Ho avuto la fortuna di avere accanto un compagno di viaggio che continuerà a camminare con me e ad essere un punto di riferimento per l’umanità e i valori che mi ha trasmesso: educazione, rispetto, sensibilità. La sua perdita è un dolore immenso”. 

Carlo Sangiorgi, al quale ero profondamente legato - afferma il sindaco Massimo Isola -, è stato un grande animatore dello sport faentino occupandosi di tanti linguaggi di quel mondo. Negli ultimi anni poi, con la Festa della montagna, ha realizzato eventi al quale hanno partecipato enormi personaggi degli sport invernali: olimpionici e campioni del mondo. Ricordo i teatri e le sale piene con centinaia di persone e la sua capacità di organizzare con grande scrupolo e meticolosità tutti gli appuntamenti. La Festa della Montagna era diventato il suo campo d’azione. Personalmente ho avuto la fortuna di conoscere Carlo negli ultimi dieci anni, proprio nell’ambito della ‘Festa della montagna’ e proprio nelle scorse settimane eravamo al lavoro per organizzare la nuova edizione e come sempre era molto motivato, malgrado il momento difficile anche per la sua salute. C’è tanto rammarico per la sua inaspettata scomparsa. Posso dire di perdere un collaboratore con il quale si era creato un rapporto d’amicizia e di energia positiva che sapeva trasmettere a tutta la comunità. Il mio pensiero va ora alla moglie, la signora Marisa e a suo figlio Giuseppe, con il quale Carlo aveva un legame molto stretto”.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui