Faenza, per il Pnrr per la Chiesa dei Servi la precedenza al Sud

Faenza

Fra tutte le grandi iniziative che cambieranno il volto della città nel corso dei prossimi anni, quella per la rigenerazione dell’ex Chiesa dei Servi è forse la meno evocata nel dibattito pubblico, anche se tra le più sentite. Che sia perché il piano immaginato da Palazzo Manfredi per restituire a nuova vita l’immobile sta incontrando alcune battute d’arresto? Già, perché uno stralcio del progetto, quello candidato a intercettare linee di finanziamento dal Pnrr per circa 2 milioni di euro, è stato sì ammesso in graduatoria, ma subito dopo ha dovuto fermarsi a uno stop inatteso: «Tecnicamente sospeso» dice il sindaco Massimo Isola.

In concreto, il progetto presentato dal Comune nell’ambito dei fondi Pnrr era inizialmente stato ammesso, «ma in una fase successiva – spiega Isola – i contributi sono stati redistribuiti in base a equilibri territoriali ed è stata fatta una seconda graduatoria, indipendente dai punteggi ottenuti nella prima». Morale della favola: alcuni progetti candidati da Comuni del Mezzogiorno hanno messo la freccia e sorpassato la rigenerazione dell’ex Chiesa dei Servi. E ora, per ottenere quei finanziamenti, a Faenza non resterebbe che sperare nella rinuncia da parte di una di quelle municipalità.

Va detto, tuttavia, che l’Amministrazione si è mossa su più fronti contemporaneamente, proseguendo anche il dialogo con la Regione per un piano più alto, quello dell’Unione avanzata riconosciuto alla Romagna Faentina da viale Aldo Moro. E qui, a fare da contraltare allo smacco Pnrr, arriva una notizia positiva: le trattative sarebbero ormai agli sgoccioli e prevederebbero il ricorso allo strumento dell’Atuss, acronimo che sta per Agende trasformative urbane per lo sviluppo sostenibile. La cifra di cui si parla si aggira intorno ai 3 milioni di euro, che potrebbero salire a 4 con un intervento diretto di Palazzo Manfredi. E così, prima di quanto ci si aspetti, potrebbe essere tolto il velo a quello che è uno dei progetti più attesi dai faentini: «L’obiettivo – anticipa Isola – è presentarlo in aprile». Insomma, nel giro di un mese o poco più, con la questione Pnrr che sembra non preoccupare più di tanto gli inquilini di Palazzo Manfredi. D’altronde, aggiunge il primo cittadino, «l’importante è iniziare».

Senza dimenticare che nel 2019 il Consiglio comunale, su proposta dell’allora capogruppo del Pd Niccolò Bosi, oggi presidente dell’assise, votò per accantonare un tesoretto da oltre 2,5 milioni di euro, spettante al Comune per la vittoria nella cosiddetta “causa dei derivati” in tribunale. Ma tale cifra, da destinare proprio al recupero del complesso immobiliare, potrà essere effettivamente spesa solo una volta terminati tutti i gradi di giudizio.

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