Faenza, nuovi arrivi di profughi ucraini

Faenza

Non si ferma il flusso di esuli ucraini in arrivo a Faenza: a scappare dalla guerra, come noto, sono specialmente donne e bambini. Almeno sette rifugiati sono arrivati nella giornata di ieri, ma restituire cifre precise è attualmente impossibile, perché gli spostamenti vengono organizzati in autonomia e, spesso, ricorrendo a mezzi di fortuna.
In alcuni casi i profughi non sanno nemmeno dove siano dirette le auto che li stanno trasportando al momento della partenza al confine, mentre altri si appoggiano a conoscenti o parenti.

I dati noti sono quelli relativi alle disponibilità degli spazi di accoglienza approntanti in via emergenziali: a Villa Bersana, dove attualmente hanno trovato riparo 13 persone, la capienza può arrivare a circa 24 posti, così come per il convento di Santa Chiara, in centro città, dove si può arrivare a toccare anche quota 30.
Ma non sono questi gli spazi su cui si sta ragionando: «Ci stiamo preparando a ogni evenienza – spiega l’assessore alle politiche sociali Davide Agresti, che sta coordinando il Tavolo cittadino per la gestione dell’emergenza –. Al momento sono in corso di realizzazione dei censimenti per valutare quali spazi comunali sarebbe possibile utilizzare in caso di bisogno».

Se la guerra dovesse continuare a lungo, come temono diversi analisti, potrebbe essere necessario allestire dei veri e propri campi profughi in luoghi come le palestre o, con la dismissione dell’hub vaccinale in seguito alla prossima cessazione dello stato d’emergenza sanitaria, al Centro fieristico: ipotesi, quest’ultima, che si era fatta strada nelle prime ore seguite all’invasione.
Ma in quel momento lo spazio della Fiera faentina, in particolare la sala Zanelli, era stato immaginato più che altro come uno spazio logistico da destinare nello specifico alla raccolta di beni e prodotti di prima necessità.

Intanto cresce anche l’adesione dei faentini al form pubblicato dal Comune: nel giro di 48 ore le iscrizioni sono state oltre 80, di cui 30 per quanto riguarda la disponibilità ad accogliere profughi nella propria abitazione.

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