Faenza, maxi aumento delle bollette dell’acqua: cittadini sul piede di guerra

Il pagamento delle utenze, in particolare acqua e tassa rifiuti, è un balzello che alle famiglie alluvionate poteva essere risparmiato, e non solo rinviato. E’ questa la richiesta che si leva da più parti al fine di non dare adito ad una beffa dopo il danno. Al termine della sospensione (31 agosto) le famiglie alluvionate si ritroveranno ad esborsare cifre esorbitanti visti i consumi di acqua, legati alle operazioni di pulizia, con i rubinetti domestici privati utilizzati a ciclo continuo addirittura dai soccorritori nell’emergenza per cercare di porre un minimo di rimedio alle sofferenze di un disastro certamente non voluto.
Della questione si è discusso nella Commissione permanente del Comune dedicata all’Alluvione, dove è stato spiegato il meccanismo “fisso e normato” adottato da Hera, ovvero che la tariffa applicata deve comunque coprire il 100 per cento dei costi e che i tempi per arrivare ad un auspicabile, ma per nulla certo sconto, nella migliore delle ipotesi si dovrà attendere la fine del 2024.
Sull’argomento cittadini e associazioni di categoria, come Ascom che ieri ha chiesto l’intervento del Comune a copertura delle spese maggiorate, sono sul piede di guerra.


«Obblighi morali»

A livello politico il consigliere Stefano Bertozzi (FdI) nella suddetta Commissione ha chiamato in causa il ruolo di Hera che «da questa situazione emergenziale sta ricavando profitti extra – ha riferito – perché i servizi erogati (pulizia, spazzatura, raccolta, smaltimento rifiuti) fuori dai capitolati di gara attualmente attivi non sono fatti “al costo” ma contengono quote di profitto, legittime, ma legate ad un fatto calamitoso».
Da qui l’attacco alla multiutility: «Hera Spa dovrebbe restituire alle popolazioni alluvionate quei profitti extra che sta incamerando per la storia che si porta dietro di partecipata in maniera determinante da tanti dei Comuni alluvionati o perlomeno per obblighi morali».
Secondo Bertozzi «sarebbe doveroso che lo facesse».


Ristori ai cittadini

Ma in che modo? «Vi sono più strade – spiega –: attraverso una distribuzione straordinaria di dividendi, oppure erogando servizi al costo, non opponendosi a riduzioni tariffarie in sede di definizione, ma questo non produrrebbe effetti immediati, perciò il sistema più efficace, pragmatico e veloce è quello di effettuare una donazione mirata ai territori colpiti dall’alluvione, così da alimentare un fondo ad hoc da utilizzare dalle Amministrazioni per ristorare l’extra consumo di acqua dei cittadini».
Dovrebbe trattarsi «non di una donazione simbolica, ma di una cifra compatibile con il bilancio di Hera che nel corso del 2022 ha realizzato un utile al netto delle imposte di 372,3 milioni di euro: una cifra quindi compatibile con una donazione di qualche milione di euro».
E conclude il consigliere affermando che «Hera non è una società a mercato come le altre, bensì un’azienda del territorio che dal territorio trae profitti, perciò non può chiamarsi fuori da una situazione di questo genere: è il momento di restituire quegli extra incamerati. Se poi arrivassero ristori mirati da parte del Governo, non sarebbe certo una vergogna utilizzare la donazione per altre finalità legate all’alluvione».

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