Faenza, lupi: numerosi altri avvistamenti

Faenza

Ore 7.45 di ieri mattina l’appuntamento con il lupo è in via Cesarolo. E’ qui che il predatore sarebbe stato avvistato da un faentino, solo l’ultima delle segnalazioni di questi giorni avvenute a valle della via Emilia: «Gironzolava nei campi tranquillo e non è scappato quando mi sono fermato a guardarlo dalla macchina a 2 metri di distanza. Poi ha poi saltato il muro della ferrovia. Ho avvertito anche la Polizia municipale».
In poche ore si sono aggiunti altre sedicenti incontri, più o meno ravvicinati: «Alle 8.30 l’ho visto attraversare la via Emilia all’altezza della ferramenta Tanesini». E ancora: «Io l’ho visto passare nei dintorni di Reda». Un altro lo avrebbe invece incrociato la settimana scorsa «mentre attraversava davanti alla macchina in zona Cassanigo».
Difficile che si trattasse dello stesso esemplare. Tra i lupi pionieri della pianura faentina ci sono sicuramente quelli immortalati negli ultimi due anni di fronte alla Gigacer, e in fregio alla via Emilia tra Faenza e Castel Bolognese. I social, dove spesso le segnalazioni sono postate, non sono del tutto affidabili: è il caso dei due esemplari segnalati sia a Massa Lombarda sia a Castel Bolognese: «I lupi sono sempre gli stessi solo che vengono geolocalizzati in due posti diversi» spiega l’esperta Carlotta Nucci a cui è affidato il monitoraggio dei predatori nel Parco dei gessi.

A chi credere? «Il punto certo è che i lupi ci sono – spiega la ricercatrice –: non è inconsueto vederli nelle pianure del Faentino e della Romagna in generale, trattandosi di aree anticamente colonizzate e che ora stanno riconquistando. Lo testimoniano alcuni esemplari trovati morti in questi ultimi anni: vicino alla ferrovia nei pressi di via Soldata e tra i binari all’ingresso della galleria di Persolino. Quando si avvistano sarebbe importante scattare foto o video, così da poter abbozzare un’ipotesi di riconoscimento».

Sempre a parere dell’esperta, in pianura, a parte quelli di Campotto e pineta di Classe, «non vi sarebbero branchi riproduttivi: si tratta di esemplari in dispersione che escono dai branchi d’origine alla ricerca di nuovi territori o di partner con cui formare una famiglia. In una notte sono capaci di percorrere centinaia di chilometri e fare ritorno in collina».
In sostanza quelli avvistati in questi giorni quasi sicuramente provengono dalle colline.

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