Faenza, luci spente: il Comune pensa al dietrofront

Faenza

La delibera della Giunta comunale per lo spegnimento dell’illuminazione pubblica c’è e reca la data del 23 novembre scorso, ma le luci di notte restano ancora accese e l’Amministrazione prende tempo nel dare attuazione effettiva alla misura, da essa stessa definita come «unica soluzione» valida per contenere i costi energetici.
Lo stallo in cui si trova il Comune risulta evidente dalle parole che vengono fatte filtrare da Palazzo Manfredi: «La delibera è uno strumento che ci consente di applicare tale provvedimento, ma non ci obbliga a farlo». I ragionamenti che si affastellano nelle riunioni di questi giorni sono diversi: da un lato le perplessità manifestate dal prefetto di Ravenna, Castrese De Rosa, e il parere negativo espresso dalla Questura, di cui la municipalità era a conoscenza, fanno temere una possibile ricaduta in termini di sicurezza urbana e stradale; dall’altro un dietrofront a pochi giorni di distanza dalla delibera sarebbe tutta da argomentare, anche perché il 23 novembre la Giunta non solo ha stabilito le modalità con cui spegnere le luci, ma «stante l’urgenza di provvedere all’attuazione del deliberato», aveva anche votato per sancirne la «immediata eseguibilità». Quel giorno, come riportato nel verbale della seduta di Giunta, erano assenti i due assessori detentori delle deleghe direttamente coinvolte da tale provvedimento, Milena Barzaglia (Bilancio) e Massimo Bosi (Sicurezza): un dato, questo, su cui il capogruppo di Fratelli d’Italia, Stefano Bertozzi, intende portare l’attenzione: «È evidente che ci troviamo di fronte ad una Amministrazione che non sa affrontare i problemi e questo episodio è solo l’ultimo di una serie di gaffes, ma il più grave, perché stiamo giocando con la sicurezza e il bilancio pubblico. Basta con la “melina” continua, si dica ai cittadini cosa si intende fare».
Stando alle indiscrezioni che provengono da fonti di maggioranza, la Giunta avrebbe già preparato una nota attraverso cui diradare i dubbi sul da farsi, senza però diramarla agli organi di stampa.
Sul contenuto, quindi, vige il più stretto riserbo, ma pare che l’intenzione sia quella di attendere ancora per valutare l’ipotesi di attuare altre soluzioni, magari nel caso di «nuove risorse erogate dallo Stato» o di una «situazione più favorevole nel mercato dell’energia».
Insomma, al momento a Palazzo Manfredi si sta ragionando su come uscire dall’impasse, con la possibilità reale di «fare modifiche o ritrattare” la decisione messa nero su bianco una decina di giorni fa.
Novità a riguardo sono attese per la prossima settimana.

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