Lo ha pure ammesso: era positivo ad alcol e cocaina quando è stato arrestato per stalking, all’ennesima irruzione in casa della ex compagna, quando l’ha picchiata e spinta a terra prima dell’intervento della polizia di Stato. Non era che l’ultimo di una lunga e preoccupante serie di episodi ormai ripetuti con cadenza quotidiana. Ma interrogato ieri mattina dal giudice, lui ha cercato di sminuire fatti, testimonianze, referti del pronto soccorso, accusando la donna che l’aveva querelato di essersi inventata tutto.
Dichiarazioni, «al limite della calunnia», scrive il gip Janos Barlotti, che ha disposto il carcere nei confronti del 32enne di origini marocchine portato nella casa circondariale di Modena dopo l’arresto eseguito alle primissime ore di venerdì mattina dagli uomini del commissariato di Faenza, intervenuti a casa della vittima, a sua volta di origine nordafricana.
Violenze, minacce, pedinamenti
Nei confronti dello straniero, il difensore, l’avvocato Giovanni Fresa, aveva chiesto come misura più mite il divieto di dimora in provincia di Ravenna. Ma è la somma degli ultimi contatti aggressivi con la vittima delle sue attenzioni moleste ad avere portato il giudice ad accogliere la richiesta del carcere avanzata dal pm di turno Angela Scorza.
Da subito, quando a inizio anno la relazione tra i due stranieri si era interrotta, erano iniziate le minacce. Inquietante quella del 28 maggio, quando, afferrando la ex per il collo, lo straniero le avrebbe detto: «Ti taglio il viso così non si vede la bellezza, tanto se vado in carcere almeno ti lascio un mio segno». Intimidazioni anche per impedire alla donna di denunciarlo: «Quando esco dal carcere vengo a cercarti per ammazzarti». C’era già stata una precedente denuncia, il 30 maggio. Ma è dai primi giorni di agosto che le insistenze si erano fatte quasi quotidiane. Il 2 agosto, il 32enne aveva scavalcato il davanzale della finestra lasciata aperta di notte, pretendendo di rimanere a dormire in casa con lei. Di fronte al suo rifiuto, le avrebbe afferrato il telefono per evitare che chiedesse aiuto. Quattro giorni dopo, ubriaco, l’aveva sorpresa all’uscita di casa, seguendola fino alla stazione per salire con lei sul treno per Rimini, e, una volta arrivata, pure sul taxi da lei chiamato. Accusandola di avere un altro uomo, le aveva rotto il telefono e l’aveva schiaffeggiata tanto da farla svenire per l’agitazione. Stessa scenata di gelosia anche il 10 agosto, quando l’aveva pedinata fin dalla parrucchiera. E anche il giorno successivo, a mezzanotte, l’aveva sorpresa in casa passando dalla finestra. Infine l’ultimo episodio, quello del 12 agosto, quando si era fatto aprire a furia di bussare al portone, facendo leva sulla paura della donna di perdere il diritto all’alloggio popolare. Questi i motivi che hanno portato il gip a ritenere concreto il pericolo di reiterazione, lasciando chiusa la porta della cella. FED.S.