Faenza, la scritta anti-bimbi al parco indigna i social

Faenza

Piazza San Francesco ancora sotto i riflettori per episodi di criminalità e spaccio. L’area l’anno scorso era stata più volte al centro delle cronache per la presenza di una baby gang che aveva acuito i disagi di residenti e esercenti. La situazione pareva essere stata risolta e un paio di mesi fa, commentando le attività svolte nel corso del 2021 dalla Polizia locale, l’assessore alla sicurezza Massimo Bosi aveva affermato che la piazza e il suo parco erano finalmente tornati a notti più tranquille, non solo grazie all’ordinanza per la chiusura dei negozi di vicinato dopo le 20.30, ma anche per la collocazione di una nuova telecamera in grado di sorvegliare il parco a 360°. Il terzo elemento di sicurezza, sempre secondo l’assessore, era rappresentato dagli eventi serali che, animando la zona, distoglievano i malintenzionati a frequentarla, restituendola così alla fruizione di bambini e famiglie.

Eppure, anche se il fenomeno delle baby gang sembra essersi ridimensionato rispetto alla prima metà del 2021, continuano a emergere lamentele da parte dei residenti, ormai sfiniti dal continuo ripetersi di episodi che vanno dall’ubriachezza molesta alle risse, passando naturalmente per lo spaccio di droga. A fare scalpore in questi giorni, più per il suo significato simbolico che per l’effettiva gravità del gesto, è la comparsa di una scritta all’interno del parco: due parole in inglese, “No child”, come a dire che l’accesso a altalene e scivoli non è più, letteralmente, un gioco da bambini, ma affare da grandi. Specialmente se il parco lo si frequenta per commettere attività illecite. La foto della scritta ha fatto rapidamente il giro di internet, suscitando di reazioni indignate, nella maggior parte dei casi concordi nel rilevare la persistenza di fenomeni quanto meno spiacevoli. «L’area resta abbastanza degradata – afferma Bianca Maria Canepa, architetta e presidente dell’associazione Distretto A, che da anni si prende cura del quartiere organizzando varie iniziative, tra cui la “Cena itinerante” –. Dove manca la cura, vi è terreno fertile per il proliferare di certe attività, che permangono. È vero, i controlli vengono effettuati, anche con una frequenza maggiore rispetto al passato, ma la situazione oggettivamente è questa: il parco praticamente non è più frequentato da bambini». I problemi più evidenti si manifestano di notte, anche perché il parco è uno dei pochi a non chiudere e, anche se si mettesse il lucchetto a un cancello, per chi volesse sarebbe comunque facile scavalcare le recinzioni. Ma l’assessore Bosi ha più volte sottolineato che la soluzione alla criminalità non può essere la chiusura totale dei parchi, bensì una riqualificazione di carattere socio-culturale che, attraverso la promozione di eventi, inviti la cittadinanza ad una partecipazione attiva e inclusiva. Un modello che l’amministrazione ha già applicato al Parco Mita. «L’evento per una sera porta una situazione di normalità – chiosa la Canepa – poi il concerto finisce e tutto ricomincia da capo». Bosi però rimarca: «Non abbiamo segnalazioni di particolari problematiche relative al parco».

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