Faenza, l'omicidio di Ilenia: Arianna faccia a faccia in aula con il padre e l'assassino della madre

Faenza

Lo fissa con la rabbia negli occhi e il rancore tenuto dentro per otto mesi, trascorsi aspettando il giorno in cui avrebbe guardato in faccia l’assassino di sua madre. Non è facile per Arianna trattenersi, restare seduta, ferma, a pochi passi dalla “gabbia” della Corte d’assise in cui sono rinchiusi, separati l’uno dall’altro, i due imputati per l’omicidio di Ilenia Fabbri. Piccolina, uno scricciolo di 21 anni con pantaloni mimetici e la scritta “mental prisoner” sulla tshirt, la giovane affila lo sguardo per trafiggere una montagna d’uomo come Pierluigi Barbieri, 53enne alto due volte lei, noto come “Furia” o “Zingaro” nel Reggiano, e reo confesso di avere ucciso Ilenia il 6 febbraio scorso in casa sua a Faenza su incarico di Claudio Nanni, ex marito della 46enne e padre della ragazza.

Impassibile, il killer non alza quasi mai la testa per guardarsi intorno, men che meno per vedere il coimputato. Arianna resiste, esce dall’aula e rientra, fino alla fine. Troppa, tuttavia, la tentazione a udienza sciolta; alzandosi cerca di raggiungere lo “Zingaro”, trovando però il muro della polizia penitenziaria, degli avvocati delle parti civili e di una cancelliera. “Posso parlargli?”, insiste invano, prima di venire accompagnata fuori da un’uscita di servizio del Tribunale. Ieri, la richiesta di lasciare avvicinare Arianna al padre per un saluto senza alcuno scambio di parole, avanzata da entrambi i difensori della giovane e dell’imputato (gli avvocati Veronica Valeriani e Francesco Furnari), è stata respinta dalla corte.

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