Faenza, incendio Lotras: richiesta di rimborso dal Comune

La notizia era nell’aria, dopo l’archiviazione del fascicolo sull’incendio che distrusse il deposito Lotras in via Deruta nella notte tra l’8 e il 9 agosto 2019, ma ora diventa ufficiale con una delibera della Giunta: Palazzo Manfredi intende farsi risarcire i costi sostenuti per la gestione dell’emergenza che seguì al rogo e per questo ha dato mandato all’avvocato Alessandro Lolli del foro di Bologna «per la rappresentanza e la difesa del Comune di Faenza ai fini dell’attività stragiudiziale e per la costituzione in giudizio dell’Ente».
L’intenzione sarebbe quella di rivalersi sul piano civile, strada legale rimasta percorribile dopo l’archiviazione in sede penale: la cifra che il Comune potrebbe chiedere alla proprietà dell’area andata a fuoco nell’estate di tre anni fa dovrebbe aggirarsi intorno ai tre milioni di euro, come precedentemente stimato dall’assessore all’ambiente Luca Ortolani.
«Tutela degli interessi dell’Ente»
«L’Amministrazione comunale di Faenza – si legge nel documento pubblicato sull’albo pretorio – ha deliberato di intraprendere ogni iniziativa per la miglior tutela degli interessi dell’Ente al fine di ottenere il rimborso delle spese sostenute e da sostenersi in futuro per la gestione dell’emergenza ambientale connessa all’incendio divampato in data 9 agosto 2019 in via Deruta, compresa la proposizione di un’azione per risarcimento danni, qualora dovessero rivelarsi infruttuose le attività da svolgersi in via stragiudiziale».
Emergenza e bonifica
Le spese sostenute dal Comune come conseguenza dell’incendio pesano ancora sulle casse pubbliche: oltre alle azioni emergenziali messe in atto nelle ore e nei giorni immediatamente successivi al divampare delle fiamme, bisogna infatti considerare anche i costi delle successive operazioni di bonifica delle acque utilizzate per spegnere le fiamme.
Operazioni che in più di una occasione sono andate incontro a incidenti di percorso che ne hanno ritardato l’ultimazione, basti citare ad esempio i problemi sorti nel bacino di laminazione adiacente allo stabilimento Tampieri, riempitosi fin quasi a tracimare alla fine del settembre 2021, in seguito ad alcune importanti precipitazioni temporalesche. Un episodio, questo, verificatosi proprio quando stava per essere terminata la rimozione definitiva delle acque residue nella vasca, un intervento dal costo di circa 700mila euro. FOTO MMPH

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