Faenza, in arrivo nuovi fondi per le aziende ceramiche

Faenza

Parte dalla collaborazione tra le diverse forze politiche dell’arco parlamentare l’inserimento nella Legge di Bilancio 2022 di alcuni emendamenti ai commi 700, 701 e 702 che consentiranno di predisporre fondi ad hoc per il settore ceramico.
Primo firmatario della proposta a favore dell’artigianato artistico, per cui si stanzia un fondo da 5 milioni di euro, è il senatore Pd Stefano Collina.
La stessa cifra sarà messa a disposizione anche per l’applicazione della Legge 188 del 1990 e per il sostegno alle botteghe e l’abbattimento dei costi nelle bollette energetiche.

«In questa maniera – spiega in proposito lo stesso Collina – il ministero dello Sviluppo economico avrà modo di destinare i fondi direttamente alle aziende e ai progetti che verranno ritenuti idonei. L’artigianato artistico è un settore a cui va dato un futuro, è essenziale per l’identità culturale delle nostre città».
Per quanto riguarda nello specifico la città manfreda, che in Massimo Isola e Giuseppe Olmeti esprime rispettivamente il presidente e il direttore dell’Associazione italiana città della ceramica, si affacciano quindi all’orizzonte diverse occasioni di crescita, a cominciare dal maxi evento Argillà, congelato dalla pandemia nell’ultimo biennio ma prossimo ad un ritorno in grande stile, covid permettendo, a settembre di quest’anno.

«È l’esito di un lungo percorso – commenta il sindaco Isola – e come Aicc ci sentiamo pronti e abbiamo già avviato alcune proposte: la priorità va a nuove opportunità di formazione, alla creazione di spazi di vendita e comunicazione online, oltre al sostegno ad Argillà e alle altre mostre-mercato. L’obiettivo è di tornare a esportare il nostro artigianato nelle fiere internazionali».
Insomma, per il primo cittadino e presidente di Aicc, la notizia dei fondi specifici per l’artigianato è un riconoscimento al lavoro svolto in questi anni.
«La ceramica italiana non si pone come un problema da risolvere – conclude Massimo Isola – ma rappresenta un’opportunità di sviluppo per l’intero Made in Italy. Il parlamento ha saputo cogliere questo aspetto e la nostra proposta ha centrato il segno».

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