Tutte e quattro le gomme dell’auto bucate. La vittima, una vigilessa. Il presunto responsabile, un collega. Non uno a caso, ma anzi, ben noto alle cronache e successivamente licenziato proprio per altre gravi vicende giudiziarie: Gian Carlo Valgimigli. La notte tra il 27 e il 28 marzo 2019, l’ex agente 53enne avrebbe architettato un vero e proprio raid vandalico insieme a un complice, il 29enne dominicano Robert Antonio Pena Hernandez, finito con lui a processo per danneggiamento.
Tradito dalla telecamera
A incastrare l’ex vigile urbano sarebbero state le telecamere presenti nella zona, oltre ad alcuni passi falsi fatti la mattina successiva, quando la sventurata collega presa di mira notò il danno. A riferirli ieri davanti al giudice Tommaso Paone è stata un’altra vigilessa che quel giorno era di pattuglia insieme a Valgimigli.
Non appena ricevettero la telefonata della collega, «in lacrime» dopo aver trovato la sua Ford con le gomme a terra, la raggiunsero di fronte al bar Dolci Tentazioni. Singolare, notò la compagna di pattuglia, che Valgimigli sapesse già dove andare: «Lui mi rispose che parcheggiava sempre lì. Quando gli feci notare che non era vero, visibilmente imbarazzato, non rispose».
Poi le telecamere, in particolare quella del vicino semaforo: «Disse che non funzionava – ha proseguito ieri la teste rispondendo alle domande del vice procuratore onorario Adolfo Fabiani –. Invece sapevo che erano attive perché di recente avevo rilevato un incidente in quella zona. Quando glielo feci notare lui ebbe come un attimo di mancamento». Imbarazzo che il 53enne tentò di superare con «una pacca sulla spalla, dicendo alla collega, “ci penso io a te”».
I Ris sui filmati
Proprio l’esame dei filmati, affidato ai carabinieri dei Ris, avrebbe circoscritto il campo dei sospetti. Due le vetture immortalate, ricondotte agli imputati: un’Alfa Romeo 147 e una Hyundai Tucson. La sera prima, intorno alle 22.30 sarebbero state filmate aggirarsi nelle strade limitrofe, tra le quali viale delle Ceramiche, nella zona in cui era parcheggiata la Ford della vigilessa. Saliti entrambi sull’Alfa, i due uomini si sarebbero poi diretti verso il bersaglio. L’individuo immortalato scendere dalla vettura e chinarsi su tutte e quattro le ruote del veicolo danneggiato sarebbe, secondo l’accusa, proprio Valgimigli. Ma sull’acquisizione dei filmati si è battuta la difesa dell’ormai ex vigile, rappresentato dall’avvocato Gabriele Bordoni. Il processo proseguirà a maggio, sommandosi ad altre vicende processuali che in vario modo lo chiamano in causa. Il tutto al netto del patteggiamento a un anno per estorsione, truffa e istigazione al suicidio, oltre alla condanna a 4 anni e 10 mesi per truffa ed estorsione.