Faenza, gli arredi della Villa Bucci-Errani fruttano all'asta un milione e 600mila euro

Faenza

È stata una vendita record quella dell’asta a Genova, al Castello Mackenzie (casa d’aste Cambi) dove sono stati battuti beni, arredi e opere d’arte provenienti dalla villa Bucci-Errani di Faenza. Su 317 lotti in catalogo, il 90% è stato venduto, raddoppiando le stime e ricavando dalle aggiudicazioni un totale di 1milione e 600mila euro. «Un successo annunciato – riferisce la Casa d’Aste – vista la qualità e la rarità dei lotti provenienti da una raccolta che rappresentava un unicum raffinato del collezionismo italiano». La lunga tornata ha visto gareggiare collezionisti e dealers italiani e stranieri per ben 7 ore, registrando performance incredibili per i mobili, i dipinti veneziani, le ceramiche e altri elementi, oggetto di consistenti rilanci. E’ il caso della commode rococò in legno laccato con lumeggiature in oro della seconda metà XVIII secolo, uno dei top lot venduto a 194mila euro, oppure della Console con specchiera proveniente dalla bottega di Giuseppe Lorenzo Briati (1686-1772), venduta alla migliore offerta per 181mila euro.

Opere d’arte e ceramiche

Tra i dipinti aggiudicati spicca la tavola attribuita al Ghirlandaio, già venduta in un’asta da Sotheby’s nel 1981, raffigurante la Madonna in trono e quattro santi assegnata per 100mila euro. Ha raggiunto i 220mila euro invece l’eccezionale gruppo di smalti rinascimentali che, partiti da una stima di 60/80mila euro, ha superato le più rosee previsioni, merito forse della preziosa Coppa con coperchio, compresa nel lotto, dichiarata di interesse storico artistico e già sottoposta a vincolo da parte della Sovrintendenza. La collezione messa all’asta comprendeva anche numerose ceramiche di artisti faentini: tra queste il grande piatto ovale in terracotta maiolicata di Melandri è stato aggiudicato a 8.200 euro, il grande vaso romboidale di Ivo Sassi a 4.100 euro, il grande vaso asimmetrico di Carlo Zauli a 3.800 euro.

Le dinasty faentine

L’asta ha consentito di monetizzare l’ingente capitale giacente della storica villa di via Cavour, disabitata da parecchi anni. L’abitazione sintetizza la storia delle due dinasty faentine il cui destino s’intreccia con la Cisa, colosso nel mercato delle serrature, fino al cedimento alla multinazionale Ingersoll Rand. Tutto partì con il matrimonio tra Deo Errani e Carla Bucci, figlia di Luigi Bucci, fondatore della Cisa. Da quel momento l’azienda fu partecipata dalle due famiglie al 50 per cento fino al divorzio societario tra le due famiglie.

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