Faenza: forbiciate perché stressato dal collega. Polmone perforato

Faenza

Ha un polmone perforato e un versamento ematico interno dovuto alla lama delle forbici da sartoria con le quali è stato pugnalato, che raggiungendo la zona del cuore per poco non lo ha ucciso. Ma nonostante la gravità delle ferite, se la caverà il 43enne cinese che nel primo pomeriggio di mercoledì è stato aggredito da un collega all’interno del poltronificio in cui stavano lavorando, in via De Crescenzi 9 a Faenza. Gao Zhenming, questo il nome del 55enne suo connazionale che lo ha colpito ripetutamente prima di essere bloccato dagli altri dipendenti presenti in azienda al momento del raptus, è stato portato nel carcere di Ravenna, dove si trova agli arresti con l’accusa di tentato omicidio.

Il movente: “mobbing”

A scatenare una tale violenza sembra sia stata una sorta di mobbing; il 55enne era giunto a Faenza il 27 settembre, entrando a lavorare nella ditta solo di recente. Pare si sentisse vessato dal collega, da più tempo alle dipendenze del poltronificio e benvisto dalla proprietà. A rendere forse ancor più pesante il rapporto tra i due, avrebbe influito anche il fatto che entrambi vivessero sotto lo stesso tetto, nell’appartamento al piano superiore dell’immobile che ospita l’attività. A detta del 55enne nel corso di un primo sfogo, il più giovane connazionale sarebbe stato solito disturbarlo anche la sera, trattenendosi al telefonino quando invece lui avrebbe voluto riposare dopo la giornata di lavoro. Mercoledì, Zhenming sarebbe scattato di fronte a un atteggiamento del rivale percepito come minaccioso e vissuto come l’ennesima provocazione; intorno alle 13.30 ha stretto un paio di forbici da lavoro che aveva già in mano e ha assalito il 43enne. Almeno quattro i colpi sferrati, i cui segni sono ben evidenti nel giubbotto indossato dalla vittima. Solo uno però sarebbe penetrato perforando il torace.

Provvidenziale l’intervento degli altri dipendenti, alcuni dei quali hanno assistito alla discussione fin dalle prime battute. Non è stato semplice trattenere l’aggressore e fare in modo che desistesse. Una volta riportato alla calma, hanno chiamato i soccorsi, descrivendo la gravità della situazione.

Portato in carcere

Due le chiamate che sono state fatte al 118. La seconda è dello stesso aggressore, evidentemente tornato in sé.

Non ha cercato di allontanarsi, né ha opposto resistenza quando nel laboratorio sono entrati gli agenti della commissariato di Faenza, seguiti dagli investigatori della Squadra mobile.

Nei suoi confronti il pubblico ministero di turno Marilù Gattelli ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di tentato omicidio che ha fatto finire lo straniero in carcere. Difeso dall’avvocato Guido Pirazzoli, dovrà comparire davanti al giudice per le indagini preliminari per l’udienza di convalida.

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