Faenza, delitto di Ilenia: fissato l'appello per mandante e sicario

Faenza

La data è quella del 5 aprile 2023. Il luogo, la Corte d’assise d’appello di Bologna. Si riparte da qui per tornare all’alba del 6 febbraio 2021 in via Corbara a Faenza, nello scantinato del civico 4, dove Ilenia Fabbri, 46 anni, fu trovata morta con la gola tagliata. Condannati in primo grado all’ergastolo l’ex marito della donna, il meccanico faentino 56enne Claudio Nanni, e l’amico di quest’ultimo, il 55enne Pierluigi Barbieri, picchiatore noto negli ambienti criminali del Reggiano. Mandante il primo, sicario il secondo. Entrambi hanno presentato ricorso alla corte felsinea chiedendo, uno l’assoluzione, l’altro la perizia psichiatrica negata durante il processo.

Il movente e gli accordi

Prima di morire Ilenia era felice. Voleva risposarsi con il fidanzato, Stefano Tabanelli; viveva con la figlia di 21 anni, Arianna, nella casa per la quale aveva lottato contro l’ex marito. Ecco, le questioni legali in corso con Nanni, a cui la donna aveva fatto causa chiedendo 500mila euro a titolo di risarcimento per utili e arretrati mai avuti durante gli anni di lavoro nella carrozzeria di via Forlivese, erano la sua ricorrente fonte di preoccupazione. Temeva per la propria vita, al punto da informarsi per fare testamento. « Se vinco la causa mi ammazza - diceva alle amiche -, e non si sporcherebbe neanche le mani, manderebbe qualcuno a uccidermi». Quel qualcuno era Barbieri. Un personaggio non del posto, dalla fama di picchiatore senza scrupoli. Nanni lo aveva conosciuto per la comune passione per le motociclette, sapeva che era appena uscito di prigione e che per soldi avrebbe fatto di tutto. L’accordo era per 20mila euro e un’auto usata, nessun anticipo.

Non poteva immaginare, il 56enne, che a tradirlo sarebbe stato proprio il killer; arrestato una ventina di giorni dopo l’omicidio, al culmine di un’attività investigativa condotta dalla Squadra Mobile e dallo Sco di Roma, coordinata dal sostituto procuratore Angela Scorza, ha confessato non solo il delitto, ma anche i due precedenti tentativi andati a monte a partire dall’autunno del 2020, fornendo oltretutto i dettagli degli incontri per pianificare la spedizione del 6 febbraio.

L’omicidio e l’imprevisto

Il giorno del delitto Nanni aveva già l’alibi pronto: la trasferta con la figlia a Lecco per acquistare un’auto usata. E’ l’alba. La passa a prendere da casa dell’ex moglie pochi minuti prima delle 6, sapendo che la ragazza, uscendo dal garage come d’abitudine, lascerà aperti i chiavistelli interni. Barbieri ha le chiavi, e dopo nemmeno due minuti entra. Il delitto si consuma tra le 6.05 e le 6.20. Ilenia, sorpresa in camera da letto, lotta come un leone: urla, tenta di fuggire per le scale, ma viene spinta, sbattuta a terra trascinata in tavernetta. L’assassino tenta di strangolarla con il manico di una mazzetta da carpentiere, ma lei continua a lottare. I vicini sentono le grida, il campanello suona, squilla anche il telefono. Barbieri prende un coltello da cucina in ceramica lasciato nello scolatoio e la sgozza con un profondo fendente alla gola e scappa. Di lui, in apparenza, nessuna traccia.

Il delitto perfetto? Niente affatto. Colpa di un enorme imprevisto. In casa c’è anche la fidanzata di Arianna, rimasta a dormire dalla sera precedente. Chiusa nella stanza, scampa alla furia di Barbieri e chiama terrorizzata la 21enne, ormai già in autostrada con il padre, facendogli fare inversione di marcia. La sua richiesta di aiuto rimane registrata da un’applicazione installata nel telefono di Nanni, lasciando cogliere il tracollo psicologico di un uomo consapevole di quel che stava accadendo all’ex moglie.

I ricorsi dei difensori

Se Ilenia è morta - sostiene l’ex marito nel ricorso depositato dal proprio legale, l’avvocato Francesco Furnari - è perché il piano concordato con Barbieri per convincerla a desistere dalle azioni legali contro di lui è degenerato. Voleva “solo” spaventarla, continua la difesa del 56enne, bollando come «inattendibile» la versione del killer. Sull’altro versante, i legali di Barbieri, gli avvocati Marco Gramiacci e Simone Balzani, puntano a vedere riconosciuta una parziale incapacità di intendere e volere del sicario, con l’estromissione delle parti civili per la liquidazione del danno.

Tra quattro mesi tornerà tutto sul tavolo di una nuova Corte d’assise. Per la figlia di Ilenia, tutelata dall’avvocato Veronica Valeriani, e per il fidanzato, il padre e la zia della vittima, rappresentati dal legale Massimliano Starni, si riapre una ferita in verità mai guarita.

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