Faenza, per i cuccioli abbandonati l’Enpa presenta il conto: 30mila euro

Faenza

FAENZA. Con la costituzione di parte civile dell’Enpa (rappresentata dagli avvocati Barbara Liverani e Claudia Ricci; l’associazione ha chiesto 30mila euro di risarcimento) e dell’associazione Gaia (tutelata dall’avvocato Simona Santoni di Riccione, l’ente non ha ancora quantificato la richiesta) si è aperto ieri il processo a carico della coppia a giudizio per l’abbandono dei cani, uno dei quali morto, ritrovati nel dicembre di due anni fa in via Merlaschio.
All’udienza che si è celebrata davanti al giudice Natalia Finzi e al vice procuratore onorario Pietro Plachesi, poi aggiornata ad aprile, l’uomo (60 anni) e la donna (39), entrambi di origine abruzzese e residenti a Cotignola e assistiti dall’avvocato Nicola Montefiori, sono chiamati a difendersi dalle accuse di uccisione e maltrattamenti di animali.

La vicenda

I fatti risalgono al 18 dicembre 2017 quando un veterinario di Faenza, volontario dell’Enpa, aveva trovato i due cuccioli di cane di circa due mesi abbandonati all’interno di una cassetta in plastica lungo un canale di scolo. Uno dei due era già deceduto quasi certamente per il freddo, mentre il secondo, ribattezzato Calippo, era stato ricoverato in un ambulatorio veterinario riuscendo a salvarsi e a trovare una nuova famiglia. Le indagini partite dopo la denuncia ai carabinieri di Faenza presentata dalla responsabile dell'Enpa Maria Teresa Ravaioli, che aveva anche pubblicato le fotografie dei cuccioli sui social per invitare eventuali testimoni a farsi avanti, avevano portato i militari a focalizzare gli accertamenti su un automobilista che aveva effettuato una sosta sospetta lungo quella strada la sera dell’abbandono e a risalire alla coppia. Gli appostamenti avevano poi permesso agli inquirenti di appurare che nella loro abitazione c’erano delle cucce per cani “disabitate” e a ricostruire nel tempo la presenza in quella proprietà di numerose cucciolate.

La svolta

La svolta delle indagini si era poi avuta grazie ad un testimone che aveva raccontato di aver visto nel loro giardino due cuccioli di pochi mesi e dal pelo chiaro che sono risultati essere Calippo e il fratello. A quel punto i carabinieri hanno depositato una informativa alla Procura della Repubblica di Ravenna e la vicenda è stata presa a cuore dal procuratore capo Alessandro Mancini e dal pubblico ministero Cristina d’Aniello. Nel giro di poche ore è stato emesso un decreto di perquisizione con il quale i marabinieri guidati all’epoca dal capitano Cristiano Marella si sono presentati alla porta della coppia. La perquisizione aveva portato al ritrovamento di fonti di prova a loro carico; inoltre nel giardino dell’abitazione, poi posto sotto sequestro, era stata trovata una fossa comune dove erano stati seppelliti altri cani.

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