Faenza, crescono le adozioni di cani dell'Enpa

Faenza

È stato un anno di transizione anche per Enpa Faenza, con l’incognita covid che ha inciso in maniera decisiva sull’organizzazione di iniziative: nonostante le inevitabili complicazioni, il 2021 dell’associazione animalista ha segnato anche un risultato atteso a lungo, quello dell’inaugurazione del nuovo Rifugio del cane in via Plicca, che era già stata rimandata a causa della pandemia nel 2020. Il punto della situazione lo fornisce la presidente Maria Teresa Ravaioli: «Il nuovo canile funziona bene – spiega – e le adozioni sono andate meglio rispetto al 2020. I cani che hanno trovato una famiglia disposta ad accoglierli sono stati più di cento». Ai dati positivi fanno da contraltare le difficoltà comuni a tutti in questo periodo, a cominciare dall’aumento delle bollette per l’energia, «ma grazie al lavoro dei nostri volontari – sottolinea Ravaioli – siamo sempre riusciti ad assicurare cibo e cura ai nostri ospiti a quattro zampe». In questo momento sono circa una quarantina i cani in via Plicca: «fortunatamente le adozioni – prosegue la presidente di Enpa Faenza – garantiscono una rotazione regolare, e nel giro di qualche anno ci piacerebbe riuscire a fare ancora di più».

Tra i cani in attesa di adozione c’è anche Sami, accolto nella struttura di Enpa nel mese di novembre. «È arrivato da noi che a malapena si reggeva sulle zampe a causa della debilitazione. Il primo pasto caldo è stato commovente per tutti – racconta Ravaioli –. Le sue prime feci contenevano sassi. Questo significa che la fame lo ha portato a mangiare la terra per riempire lo stomaco implorante». Ora Sami, dopo un mese di cure e attenzioni, è sulla via del recupero: «Sta mettendo su peso, e con il peso aumentano anche le energie – prosegue Ravaioli –. Nel suo box, insieme alla nuova compagna Flora, si gode finalmente l’accudimento che non ha mai conosciuto. Noi ci auguriamo che qualcuno voglia regalargli il sogno di vivere in famiglia». Ma Enpa non si occupa solo di cani: numerosi sono anche i gatti che grazie ai volontari possono vivere una seconda possibilità. Quella della gattina Pika ad esempio, è una vicenda che Ravaioli definisce «la nostra favola di Natale: eravamo stati contattati da una cittadina che aveva trovato incidentata una micia giovanissima. Una volta recuperata è stata portata subito dalle veterinarie perché le sue condizioni di salute non erano promettenti». L’incidente subito ha provocato a Pika la paralisi di una zampa, per la quale è stata sottoposta a controlli e terapie. «Ma la favola esige un lieto fine – conclude Ravaioli –. Questo si è rivelato quando la signora che l’aveva soccorsa ha manifestato l’intenzione di adottarla. Così, a pochi giorni dal Natale, Pika si è trovata da un box dell’infermeria a giocare in una casa calda».

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