Faenza, aumento degli stipendi di sindaco e assessori: monta la polemica

Faenza

Fratelli d’Italia e Area Liberale attaccano la Giunta sull’aumento delle indennità di funzione per gli amministratori pubblici. L’incremento degli stipendi è uno scatto automatico previsto per tutti i Comuni italiani e deciso dal Governo Draghi, ma l’opposizione coglie lo spunto per declinare il tema in salsa manfreda.
Stefano Bertozzi, capogruppo di Fratelli d’Italia, non contesta «la legittimità della scelta», ma osserva che la questione «apre un problema politico importante», perché «il livello retributivo raggiunto è tale da non poter ammettere né scarsa partecipazione, né disinteresse, né carente approfondimento sul tema, né carenza formativa, né mancata assunzione di responsabilità».
«Eliminiamo quell’assessorato»
Il primo bersaglio di Bertozzi è l’assessora al turismo Federica Rosetti, in quota Italia Viva, subentrata a febbraio dell’anno scorso a Rossella Fabbri: «Come mai in dodici mesi non abbiamo avuto il piacere di ascoltare in Consiglio comunale, come pure in Commissione o in altre occasioni ufficiali, un suo intervento? - domanda -. Forse le deleghe sono state di fatto assunte dal sindaco? Se così fosse, eliminiamo l'assessorato, non serve, sarebbe un risparmio immediato non indifferente».
Ma nel mirino di Bertozzi finiscono anche l’assessora ai lavori pubblici Milena Barzaglia, l’assessore alle politiche sociali Davide Agresti e il vicesindaco Andrea Fabbri. Quanto alla prima, il consigliere cita «Palazzo del Podestà, stazione ferroviaria, Centro Protezione Civile e viabilità stradale» come esempi di «cronoprogrammi costantemente disattesi e realizzazioni impallate», mentre in merito a «caso Asp e vicenda del Fontanone», partita gestita da Agresti, si chiede «com'è possibile che l'iter amministrativo per il tentativo di passaggio dei posti accreditati non sia stato ancora completato?».
Sul tema delle società partecipate, delega in mano al vicesindaco, Bertozzi osserva che «la maggior parte degli impegni scritti e presi nei piani di razionalizzazione ha accumulato ritardi, è stata oggetto di ripensamenti se non di repentini cambi di fronte, così come di scarsa trasparenza se non sollecitata con interrogazioni a getto continuo».
«Niente aumento nel 2024»
«Padovani di Area Liberale se la prende invece con la legge del Governo Draghi, definita «iniqua» perché «la percentuale di aumento è maggiore per i Comuni più grandi rispetto ai piccoli». Il consigliere si concede anche una stoccata ironica nei confronti dell’Amministrazione e del suo metodo di comunicare i lavori pubblici: «Sono veramente tanti gli annunci di opere che aspettano di essere realizzate, alcune sono in ritardo di 5 anni dalla divulgazione - afferma -. L’unica notizia certa che si è realizzata nei tempi previsti è proprio quella dell’aumento degli stipendi. Almeno su questo non hanno disatteso le promesse. Auspichiamo che questo Governo ponga freno a quell’ulteriore aumento previsto per il 2024, sarebbe già un bel segnale di discontinuità».

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