Faenza: anziano ricoverato, muore 15 giorni dopo. Vicina indagata

Faenza

Ricoverato pochi giorni prima di Natale, è morto in ospedale dopo un paio di settimane, alla vigilia dell’Epifania. Ma sulle circostanze che hanno portato al decesso dell’anziano, un 84enne residente in una frazione del Faentino, c’è qualcosa che non convince il figlio dell’uomo.

A chiamare i soccorsi, il 23 dicembre scorso, sarebbe stata infatti la donna che lui aveva già denunciato: una vicina di casa, amica dei genitori, che da tempo li aiutava nelle piccole faccende domestiche. Già due anni fa sospettava che la signora li avesse raggirati e depredati approfittando della loro lucidità ormai altalenante; e in virtù di quell’esposto, tra un paio di mesi dovrà comparire davanti al giudice per l’udienza preliminare in quanto accusata di circonvenzione d’incapace. Così ora, per fugare ogni dubbio sulla causa che ha portato al decesso dell’anziano, il sostituto procuratore Cristina D’Aniello ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di maltrattamenti, inscrivendo la donna, ultra-cinquantenne, nel registro degli indagati.

Disposta l’autopsia

Le indagini per ricostruire il rapporto tra l’anziano deceduto e l’amica finita sotto inchiesta, sono condotte dai carabinieri. In parallelo sarà l’autopsia a fornire ulteriori elementi sulle condizioni dell’uomo al momento del ricovero.

Se ne dovrà occupare il medico legale Donatella Fedeli, alla quale sabato scorso è stato conferito l’incarico in Procura, avvisando anche le parti: l’indagata, difesa dall’avvocato Laerte Cenni, e il figlio del defunto, assistito dal legale Nicola Montefiori. L’esame potrebbe chiarire che cosa abbia provocato il malore costato il ricovero, e determinare se sia cioè legato a fattori estranei all’età avanzata, ma anche spiegare la natura di certe lesioni ricondotte a una presunta caduta dalle scale.

La donna in quel momento era a casa dei coniugi, come di consueto. E’ stata lei a contattare il medico di base dell’84enne, il quale avrebbe verificato alcune anomalie nei valori ematici. Persistendo il malessere, il dottore ha allertato il pronto soccorso.

La denuncia per circonvenzione

Trascorse due settimane dal ricovero, tra il 4 e il 5 gennaio è sopraggiunto il decesso. E’ a quel punto che il figlio ha deciso di palesare ancora una volta le proprie perplessità sulla buona fede della vicina, denunciandola per maltrattamenti aggravati dalla successiva morte del genitore. Dubbi che aveva già espresso in occasione della precedente denuncia per circonvenzione; un fatto che risale a un paio di anni fa. La prima a denunciarlo, in realtà, era stata la stessa ultra-cinquantenne, accusandolo a sua volta di maltrattamenti.

Cadute tuttavia le accuse, era stato quest’ultimo a querelarla lamentando presunte sottrazioni di beni e risparmi ai danni dei genitori. Ammanchi a quanto pare consistenti, di cui si era accorto allorquando diversi conoscenti lo avevano contattato per riferirgli che il padre chiedeva soldi in prestito. Ecco perché, dopo avere ottenuto l’amministrazione di sostegno, era passato alle vie legali.

I coniugi e la conoscente erano legati da un rapporto di lunga data, iniziato quando quest’ultima lavorava come bracciante agricola nei loro possedimenti.

Da lì sarebbe nata un’amicizia durata fino ai tempi più recenti, motivo delle frequenti visite per consegnare alla coppia la spesa o aiutarli in piccoli lavori domestici. Semplici favori, secondo la difesa dell’indagata, che continuando a respingere le accuse di circonvenzione, ora nega anche i presunti maltrattamenti.

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