Faenza, allarme siccità: agricoltori preoccupati

Faenza

«Un inverno completamente in pausa»: Roberto Gentilini, responsabile dell’Osservatorio Meteorologico Torricelli, definisce così questo inizio di mese di febbraio che registra temperature superiori alla media di ben tre gradi (7,5° contro i normali 4,5°).
E le sporadiche piogge che sono previste per i prossimi giorni non dovrebbero essere sufficienti né ad abbassare significativamente la colonnina del mercurio né a far rientrare l’allarme siccità, mai così acuto come ora.
«Ormai non piove da un mese – osserva in proposito Roberto Gentilini – e questo accade dopo due anni già drammaticamente siccitosi. Una situazione prolungata che ha ancora una volta carattere d’eccezione, perché nell’ultimo secolo erano stati solo un paio i bienni con così poche precipitazioni. Il 2020-21 ha battuto quasi tutti i record e questo avvio di 2022 non va certo a invertire la rotta».

Un contesto climatico che viene seguito con grande attenzione da chi lavora nel mondo dell’agricoltura, ormai tristemente abituato ad attendersi devastanti gelate tardive quando gli inverni si presentano così miti.
«Negli ultimi giorni le gemme hanno iniziato a ingrossarsi, specialmente nelle zone collinari e di montagna – afferma Assuero Zampini, direttore di Coldiretti Ravenna – e a breve gli alberi fioriranno, con il rischio di notevoli danni in caso di ritorno brusco del freddo».
Le analogie con il 2021 sono numerose, anche se le preoccupazioni si fanno ancora più nette: «Rispetto all’anno scorso – prosegue Zampini – le colture stanno subendo uno stress idrico maggiore. Nel 2021 l’umidità alta garantiva un po’ più di forza alle piante, mentre quest’anno la siccità è già molto più grave e le indebolisce».

Zampini fa l’esempio del livello del Po, «tre metri sotto lo zero idrografico», persino peggio che nell’agosto scorso, e della diga di Ridracoli, «a cavallo del 60% della sua capienza»: «Mi dicono – sottolinea – che a memoria d’uomo questa sia la prima volta in cui la dica è così vuota a febbraio».
Intanto è corsa contro il tempo per ultimare i lavori di miglioria e funzionalità in alcuni tratti del Canale emiliano romagnolo per rinnovare l’impianto e assicurare l’acqua prelevata dal Po ai consorzi di bonifica e alle imprese agricole del territorio, in modo tale che l’acqua dal Cer possa arrivare puntuale comunque da Marzo, a inizio della stagione irrigua.

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