Facebook stoppa il discorso del sindacalista cesenate: "Colpa dei Mondiali in Qatar e del copyright"

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La diretta della manifestazione di Cgil e Uil a Bologna è stata bloccata su Facebook, colpa di una presunta violazione del copyright. Ad annunciarlo ai presenti dal palco è stata Mirella Collina, della Cgil di Imola. Quando è saltata, la manifestazione era appena cominciata e sul palco aveva appena iniziato il suo intervento il cesenate Giuliano Zignani, segretario di Uil Emilia-Romagna. «È un fatto gravissimo», commenta il leader sindacale cesenate. Il suo intervento era particolarmente duro nei confronti del governo: «Stavo attaccando il governo Meloni, dicendo che è un governo dalla parte dei padroni che nulla ha fatto per i lavoratori». Per quanto duro nei contenuti, «nessun tono che potesse risultare minaccioso o violento» assicura Zignani.

Violazione del copyright

Che non ci fosse nulla di sbagliato nei contenuti, sembra paradossalmente pensarlo anche Facebook, che ha sospeso la diretta e bloccato la pagina della Cgil Bologna che stava trasmettendo la diretta per un motivo del tutto inaspettato: «Ci hanno contestato la violazione del copyright per una canzone che sarebbe collegata al mondiale di calcio maschile in corso in Qatar». A rendere più assurdo il tutto è il fatto che la contestazione riguarda un momento in cui la diretta era ancora muta. Non solo non c’era alcuna canzone, ma non si sentiva alcun suono.

«Contestazione col video muto»

A spiegarlo bene è Sauro Fogacci, responsabile tecnico per Felsinea, la ditta che curava il service tecnico dell’evento. «Erano appena cominciati i primi interventi quando la diretta ha cominciato a bloccarsi - racconta -, abbiamo provato a farla ripartire ma non c’è stato niente da fare. Dopo un po’ è arrivato il messaggio: Facebook ci contestava una violazione del copyright per una canzone tra il minuto 6 e 58 secondi e il minuto 8. Il problema è che a quel punto del video la diretta era ancora muta». Ben sapendo come funziona l’algoritmo, nelle fasi preliminari, mentre la piazza si riempie accompagnata da musica di sottofondo, l’audio viene tenuto chiuso. «Lo abbiamo aperto solo sul “benvenuti” del primo intervento». Di fronte a quella contestazione, «ci siamo chiesti se non fosse stato un nostro errore, magari per sbaglio l’audio della piazza era stato collegato in anticipo. Siccome pur con la pagina bloccata gli amministratori possono rivedere il contenuto contestato, lo abbiamo riascoltato, anche con le cuffie, cercando di fare attenzione ad eventuali suoni, ma in quel video non c’è nessuna musica, non c’è proprio niente, solo silenzio. Quella contestazione non ha senso, non mi era mai capitata una cosa del genere». «Capita che Facebook faccia contestazioni senza fondamento, di solito mi era capitato a ridosso di elezioni, per inserzioni il cui contenuto viene giudicato “politico” dall’algoritmo, ma questo non mi era mai capitato», commenta Giulia Gentile, ufficio stampa Cgil Bologna. Una volta che Facebook blocca la pagina non c’è molto da fare se non contestare le ragioni del blocco, e attendere che l’azienda le esamini e restituisca la piena funzionalità della pagina. Una procedura che dura giorni, solitamente.

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