Facebook sborsa 4 milioni a San Marino per furto di dati

San Marino

SAN MARINO. Scippo di dati personali, Facebook sborsa 4 milioni di multa al Titano. Con una sentenza storica la giudice di un microstato, la sessantunenne Valeria Pierfelici, magistrato dell’Antica terra della libertà, crea un pericoloso precedente per Mark Zuckerberg, nostro signore di Meta, gruppo che, oltre a Facebook, racchiude servizi di rete e applicazioni come Instagram e Whatsapp.

La sentenza del 25 gennaio scorso ha rigettato il ricorso del golden boy che si era rivolto prima al Tribunale e poi al giudice d’appello.
La sentenza ora esecutiva riconosce gravi responsabilità al social network fondato nel 2004 perché, nota il magistrato, «la gran mole dei dati e il volume del traffico generato doveva essere subito riconosciuta come pericolosa anomalia e avrebbe dovuto innescare meccanismi di prevenzione e difesa».

La genesi

La vicenda prende avvio su scala globale nel 2019, quando oltre 530mila utenti dei social si videro razziare da ignoti dati riservati, poi sbattuti sul web alla mercé di chiunque. L’unica reazione fu lo sdegno. Solo 12.700 sammarinesi, coinvolti nel raggiro, osarono fare causa a Facebook. Tra loro anche Marco Gatti, Andrea Belluzzi e Massimo Andrea Ugolini, segretari rispettivamente alle Finanze, Cultura e Giustizia.

Dopo le segnalazioni all’autorità per la protezione dei dati, il Garante decretò la sanzione da 4 milioni di euro, a carico di Facebook, con riferimento all'articolo 33 della legge 171 del 2018.
Solo la prima sassata da Davide contro Golia, visto che in parallelo partì l’istruttoria per accertare quali mezzi usassero i social, per verificare l’età degli utenti.
Quanto ai minori di 16 anni, la Repubblica pretende infatti il consenso dei genitori per l’iscrizione. Un versante su cui il colosso statunitense si mostrò vulnerabile, facendo scattare un’altra sanzione, stavolta da un milione di euro.

Solo spiccioli per Zuckerberg, patrimonio stimato in 36 miliardi di dollari, potrebbe obiettare qualcuno. Ma le cifre rischiano di moltiplicarsi in modo esponenziale, perché furono derubati 533 milioni di utenti nel mondo. Per un effetto domino anche l’autorità per la privacy irlandese ha di recente sanzionato il social media per 265 milioni di euro. Dati alla mano, il 38enne rischia di scucire 166 miliardi di euro. Scacco matto al re.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui