Fabio Lombardi. "Passo a due": il racconto di una scelta sbaglia

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“Passo a due”, questo il titolo dell’ultimo romanzo di Fabio Lombardi. Vive a Rimini, dove svolge la professione di avvocato penalista e insieme alla moglie è titolare della galleria Primo Piano, specializzata in arte contemporanea. Da sempre appassionato di scrittura, ha iniziato a pubblicare nel 1987, ha scritto per diverse case editrici, riviste e antologie. Nel 2015 è stato tra i cinque finalisti del premio Grado Giallo e nel 2021 tra i cinque finalisti del premio Alberto Tedeschi del Giallo Mondadori.

Il suo nuovo libro, pubblicato per Vallecchi Firenze, parla di una coppia alquanto particolare e della sua storia tanto divertente quanto bizzarra. I protagonisti Rod e Giulia sono in difficoltà economiche, lui è un avvocato penalista, lei invece una fotografa alla ricerca di una consacrazione artistica. La fortuna sembra bussare alla loro porta quando, ad una festa, incontrano Higgins, rappresentante della Proteo, società specializzata in compravendita di esistenze, il quale offre a Rod una grossa somma di denaro in cambio della cessione di tutti i beni suoi e di Giulia. La coppia accetta la proposta, i due si renderanno però conto di aver preso la decisione sbagliata. Il libro è disponibile al prezzo di €16 euro.

Come è nata l’idea del libro?

«Le idee vengono per caso, poi uno ci si affeziona, continua a pensarci e alla fine le sviluppa in una storia. L’idea di base di questo romanzo è quella della compravendita di esistenze, idea che potrebbe richiamare la fantascienza sociologica degli anni ’50 e ’60. In questo caso però il contesto non è di fantascienza, è più simile a un giallo. Il romanzo parla di due persone stanche della loro vita, che decidono di venderla e di ricominciare da capo. Io spero che il lettore venga incuriosito dalle peripezie dei due personaggi, che a un tratto si ritrovano senza punti di riferimento e iniziano a vagare per l’Europa».

A quale tipologia di lettori pensa possa essere più adatto il suo romanzo?

«Il libro è adatto a tutte le persone che amano le belle storie. Io mi sono sforzato di raccontare una storia scorrevole, con un inizio, uno svolgimento e una fine, in un modo che definirei abbastanza classico, a differenza del tema che non è per nulla convenzionale. Chiunque abbia voglia di leggere una storia divertente è il lettore ideale del mio romanzo. Non c’è un target preciso, semplicemente dovrebbe piacere a chi ama le storie.»

Quale messaggio pensa che il libro possa lasciare a chi legge?

«Parlare di messaggi è un po’ difficile, si può parlare al massimo di temi, io non pretendo di insegnare niente a nessuno. Il tema del mio libro è quello dell’identità, che viene prima messa in crisi e poi riconquistata. I personaggi infatti vivono una vita che non sentono loro e ne vorrebbero vivere una diversa. Scegliere quale vita si vuole vivere e come costruire la propria identità sono tematiche che stanno alla base del mio libro».

In che modo la sua professione di avvocato influisce all’interno del libro?

«Non in modo diretto, però ciò che sei inevitabilmente si insinua nella storia. Anche il mio protagonista è un avvocato penalista, che poi abbandona la sua professione perché vende la sua vita, ma in qualche modo la sua mentalità da avvocato riesce ad emergere nei momenti cruciali dell’intreccio. La mia professione quindi si mostra qua e là nella storia, anche se non in modo preponderante, infatti non è una storia di avvocati».

Come e quando è nata la sua passione per la scrittura? Quali scrittori o scrittrici legge di più?

«Io pubblico da tantissimo tempo, ho pubblicato il primo racconto nel 1987. La mia passione per la scrittura è nata leggendo e non mi ha mai abbandonato, anche se in certi momenti della mia vita l’ho un po’ trascurata per dedicarmi ad altro. I miei scrittori preferiti sono quelli capaci di raccontare storie: gli scrittori di gialli, quelli di fantascienza come Fredric Brown o quelli della New Wave come Ballard. È chiaro che ciò che si legge in un modo o nell’altro emerge quando si scrive, tuttavia non mi ispiro a nessuno in particolare, io scrivo e basta e spero di farlo bene.»

Ha altri progetti in mente per il futuro?

«Si, sto lavorando a un romanzo di fantascienza sempre per Vallecchi, per l’anno prossimo, però è ancora in una fase molto preliminare. C’è da vedere come si svilupperà e se porterò a termine questa idea o se magari mi concentrerò su qualcos’altro, certamente non smetterò di scrivere».

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