Essere sostenibili per ripopolare i piccoli Comuni dell’Appennino

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La sostenibilità può essere una delle chiavi di lettura per riaprire i piccoli borghi colpiti dallo spopolamento. La pandemia della Covid-19 sta spingendo a valorizzare il lavoro a distanza e, con questo, sta portando anche un ritorno al mondo meno affollato delle campagne. Una rete di 28 enti tra Emilia-Romagna e Marche ha lanciato il bando di idee di Appenninol’Hub, per creare nuove imprese e, dunque, riportare vita in luoghi che nel corso degli anni si sono addormentati per la fuga nelle città. Il concorso nato in Romagna mette in palio un servizio di accompagnamento all’impresa (dalla pianificazione alla ricerca dei finanziamenti) per le idee che meglio interpreteranno gli obiettivi di nuove opportunità lavorative combattendo lo spopolamento, riattivando servizi sociali necessari, migliorando la qualità della vita, dell’ambiente e del paesaggio. Questa prima edizione ha la direzione scientifica di Giovanni Teneggi, ispiratore di ‘economie abitanti’ in Italia. Lui sarà relatore al primo appuntamento del percorso, nel webinar del 27 aprile. Fra i servizi messi in campo per aiutare i nuovi imprenditori sono già previsti laboratori, focus su esperienze di rigenerazione rurale e un campus residenziale in cui si passerà dalle idee alla loro trasformazione in imprese. Tra gli aderenti, la Camera di Commercio della Romagna, tre Gal del territorio romagnolo e marchigiano, Primo Miglio l’incubatore di start ad impatto sociale.

«Accompagnare le comunità significa anche saperle ascoltare, non solo nei bisogni ma anche nelle loro vocazioni e aspirazioni, saper definire insieme a loro le strade da intraprendere senza modelli di riferimento ma con buoni esempi da cui trarre energie e nuove visioni di futuro, creare imprese solide che abilitino le capacità esistenti e la partecipazione ad una rinascita sociale ed economica delle aree interne», spiega Andrea Zanzini, direttore di Figli del Mondo Aps e coordinatore del progetto Appenninol’Hub. La ricerca di idee è aperta a tutti e la partecipazione è gratuita. È possibile farla entro il 26 aprile, tramite il sito www.appenninohub.it/ call2021, raccontando le proprie idee e contribuendo così a moltiplicare i casi di successo nelle aree interne. Tra le esperienze virtuose promosse da Appenninol’Hub, la riapertura dell’Antico forno di San Leo, che ha permesso di utilizzare strumenti innovativi per attivare progetti d’impresa e poter accedere a fonti di finanziamento. «Nel Borgo di San Leo la chiusura del forno ha destato la paura di una storia spezzata, una storia in cui la narrazione perdeva una parte significativa – spiega Teneggi - Il forno non era decisivo per l’economia di San Leo eppure lo era come anello per definire la comunità intorno ad un fulcro comune. Quello che sarebbe stato impossibile per i singoli è stato possibile per la cooperativa e questa riapertura non è solo un atto economico ma anche politico e di valore. Dirsi cosa manca è necessario per sentirsi parte attiva di una comunità».

La cooperativa che lo gestisce è la Fermenti Leontine, nata ad agosto 2019. La cooperativa ha inaugurato un modello di cooperazione nuovo, partendo dalla chiusura dell’antico forno della famiglia Giorgini, dopo più di 60 anni di attività. A distanza di un anno, sono iniziati nell’estate 2020 i lavori per restituire ai cittadini di San Leo un prodotto e uno spazio che li ha identificati per molto tempo. «La soluzione allo spopolamento passa anche attraverso le nuove tecnologie e la sostenibilità. Anzi, soprattutto attraverso quest’ultima. Un approccio sostenibile legato alle richieste, alle caratteristiche ed ai prodotti dei territori. Non c’è innovazione nelle aree rurali senza il binomio località e sostenibilità» conclude Zanzini.

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