Esordio su disco per l'Orchestra Corelli

È in uscita, il prossimo 16 aprile, il progetto discografico d’esordio dell’Orchestra La Corelli, che celebra i primi dieci anni di vita dell’orchestra. Una monografia internazionale per la Da Vinci Classic che è anche una prima assoluta ovvero la trascrizione in prima mondiale per Orchestra del celebre ciclo pianistico di Cajkovskij “Album per la gioventù”. A cui si aggiunge la serenata per archi in Do maggiore di a cura del maestro Jacopo Rivani.

«Festeggiamo con questo disco il nostro decennale – spiega Rivani –. Abbiamo realizzato una produzione discografica a mio avviso molto valevole. È la prima prova importante – aggiunge – sulla quale l’Orchestra Corelli si è misurata»

Come è nato il progetto?

«Ho lavorato in modo approfondito sulla partitura durante il primo lockdown in un periodo per me più tranquillo tra virgolette. Poi lo abbiamo inciso durante l’estate. L’estate scorsa è stato un periodo intenso e intensivo per tutti noi».

È soddisfatto del risultato?

«Sono molto soddisfatto. Con questo lavoro ho avuto la conferma di essere a capo di un’orchestra di livello eccellente che annovera tra le sue fila valevoli solisti e comunque musicisti di altissimo livello, tutti provenienti dalla nostra regione».

Quindi un pregio anche per il territorio?

«È un pregio perché l’orchestra ha un organico di musicisti del territorio selezionati tra tantissime eccellenze. Anzi sarebbe bello dare più spazio a tutti. L’Emilia-Romagna è prolifica di talenti musicali, ma purtroppo è molto difficile esprimersi. Le attività sono sempre meno, complice anche il periodo che stiamo vivendo e l’attuale crisi ha provocato un generale allontanamento dall’arte. In particolare per chi si occupa di musica classica è un momento di forte crisi. Lavorare come artisti è complesso».

Manca l’interesse da parte dei giovani nei confronti della musica classica?

«L’interesse va creato. Il nostro compito è quello di cercare di creare contenuti che possano interessare i più giovani e quindi rinnovare anche il nostro pubblico. Non è cosi scontato che quando si tornerà alla normalità la gente andrà a un concerto di musica classica. Forse a molte persone è mancato di più andare a cena fuori».

Quando tornerete a esibirvi dal vivo?

«Con medio ottimismo penso che se ne potrà parlare verso la fine di maggio».

A quando invece la presentazione del progetto discografico?

«Ci stiamo lavorando al meglio per vedere se potrà essere presente qualche grande artista. Il primo periodo plausibile per la presentazione ufficiale potrebbe essere il mese di settembre».

Con La Corelli state lavorando per far ripartire la musica?

«Quella degli artisti è una delle categorie più penalizzate dall’attuale pandemia. È mio compito come operatore culturale e musicista lavorare a fondo per mettere in luce le esigenze dei musicisti. Il periodo è molto complesso, io però resto sempre dell’idea che chi si ferma è perduto. La Corelli è una macchina organizzativa che lavora otto ore al giorno, 6 giorni su 7 per garantire una ripartenza il più in salute possibile».

Non vi ha fermato nemmeno il lockdown?

«Abbiamo utilizzato il secondo lockdown per ottimizzare il lavoro e dare vita a una stagione musicale intensa finalizzata al ritorno alla musica dal vivo anche in considerazione del fatto che tutto ciò che ha scopo ludico è stato stoppato e quindi in forte crisi».

La musica però non è solo una questione ludica, ma anche culturale.

«È vero, basti pensare che a fine Ottocento i teatri erano la piazza della città dove le persone si formavano, si confrontavano. Oggi i teatri non sono che dei piccoli musei. È molto meglio un teatro piazza che un teatro museo».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui