Eraldo Baldini: «Nel Corriere Romagna due parole che amo»

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C’è il corriere, quello che mi porta le cose ordinate on-line e che vanta una speciale prerogativa: arriva e suona alla porta esclusivamente nei cinque minuti del giorno in cui non sono in casa, tanto che ho il sospetto sempre più forte che si apposti dietro l’angolo della via per vedermi uscire.
Poi c’è il Corriere, quello con la C maiuscola. E qui la parola si carica di significati e di suggestioni multiformi e di lunga durata. Come dimenticare il «Corriere dei Piccoli»? Ha accompagnato la mia infanzia, è stato affabulatore e informatore. Un universo di carta ma ugualmente enorme, per un bambino che non aveva ancora la tivù. Colorato, stimolante, finestra su un mondo ideato da architetti fantasiosi. Storie a fumetti, racconti, divulgazione. Bicchieri di righe e di immagini da bere e assaporare con gusto.

E la «Domenica del Corriere»? Le sue copertine, capolavori “pop” che davano corpo e miccia alle più vivide suggestioni, non erano che l’invitante porta da cui si accedeva a un mondo di storie. E a proposito di storie e informazioni, non vanno dimenticati i giornali locali o regionali che nell’Otto e Novecento, in Romagna, ebbero la parola «Corriere» nel titolo, fonti preziose per chi si occupa di storia o vuole semplicemente fare un dettagliato viaggio nel tempo.

Insomma, la parola Corriere (quella con la C maiuscola, s’intende) rievoca e riattualizza in me buone e interessanti sensazioni.

Non posso dunque non provare interesse e affetto per il Corriere di cui qui trattiamo, quello nato nel 1993, che compie in questi giorni trent’anni. I primi trent’anni, da festeggiare con gratitudine. Non è legato da parentele editoriali ai titoli precedentemente citati, solo da una parola, ma è una parola che ha un fascino, un peso e un significato.

Se poi a quella ne aggiungete un’altra che amo e che rappresenta molto per me, Romagna, per formulare dunque Corriere di Romagna, ecco che il gioco è fatto.

Al Corriere di Romagna lavorano e scrivono persone che conosco e che stimo. Ha dato e dà voce ogni giorno a un territorio e a una gente, fornendo informazione e spunto di discussione. Io stesso, in alcune occasioni, ho avuto la mia firma sulle sue pagine, in calce ad articoli a cui tenevo e tengo. E fin dal suo nascere questo giornale ha mostrato con generosità interesse per il mio lavoro e i miei libri, dandone costante e puntuale notizia, cosa per la quale ringrazio sentitamente. Buon compleanno, dunque, e ad maiora!

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