Energia e carrello della spesa, famiglie e imprese sotto attacco

Oramai è chiaro: l’aumento dei prezzi, di tutti i prezzi, non sembra proprio intenzionato a volersi fermare. I valori di giugno, da poco resi noti dall’Istat, parlano di un mese che ha rotto ogni record, attestandosi a un tasso di inflazione del più 1,2% su base mensile e dell’8% su base annua. Numeri, questi, che completano la fotografia a tinte fosche di un primo semestre dell’anno lacerato da profonde difficoltà. La corsa alla ripartenza, già a partire dalla fine dello scorso anno, aveva stressato a tal punto la domanda da dare il via a un processo inflativo rapido e crescente. Tuttavia, la ripresa economica avrebbe dovuto in qualche modo mitigare questi effetti col passare del tempo, anche se la ridistribuzione dei maggiori costi su tutta la filiera in realtà stava mostrando diverse crepe, specialmente nel ramo alimentare.

In ogni caso, ogni previsione è stata gettata nel bidone quando la Russia ha deciso di intraprendere una guerra che ha sconvolto ancora di più i già precari equilibri economici, aggiungendovi una considerevole dose di disequilibrio geopolitico. Da tutto ciò è stato partorito un proseguo di 2022 caratterizzato da tensioni crescenti e da una speculazione che, unita alla scarsità di risorse, sta davvero mettendo a dura prova tutta l’Italia, Romagna compresa.

Focus Romagna

Secondo i più recenti dati dall’Istat, a Ravenna l’inflazione da gennaio non ha fatto che aumentare costantemente mese dopo mese, fino ad arrivare a maggio quando su base annua l’aumento è stato del 7%. Negli ultimi cinque anni valori così elevati non si erano mai visti. Nella provincia di Forlì-Cesena la sostanza è esattamente la medesima della vicina di casa, cambiano solo i numeri che, per giunta, sono addirittura peggiori, con l’inflazione generale cresciuta a maggio del 7,8% su base annua. Più “mitigata”, se così si può dire, la crescita dell’indice generale a Rimini, dove maggio è stato chiuso a più 6,5% (sempre su base annua).

A questi numeri oggi definitivi, si aggiungono le stime del mese di giugno, che parlano appunto di un altro aumento generale di un punto percentuale rispetto a maggio. Tra l’altro, trattandosi di inflazione quasi tutta esogena, diventa complesso provare a gestirla.

Dettaglio dei costi

Chi e cosa stia spingendo il costo della vita a cifre tanto elevate – se paragonate al valore degli stipendi le si potrebbe definire quasi irraggiungibili, dato che questi sono ancora fermi ai livelli degli anni ’80 – sono soprattutto i costi energetici (quindi elettricità, gas e altri combustibili), che dopo la bordata di gennaio, più 15% di inflazione in un solo mese sia a Ravenna, che Rimini, che Forlì-Cesena, sono continuati a salire ogni mese, fino al punto che oggi costano in media il 44% in più rispetto al medesimo periodo dello scorso anno.

Allo stesso tempo, il carrello della spesa si sta facendo ogni giorno più caro, con l’inflazione dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche cresciuto nell’ultimo mese dell’1,3% a Ravenna, dell’1,1% a Forlì-Cesena e dello 0,4% a Rimini (su base annua gli aumenti sono stati rispettivamente del 7,6%, dell’8,5% e del 7,2%). Il risultato di tutto questo è che la crisi inflativa sta spingendo forte soprattutto nell’area dei costi incomprimibili, diventando di conseguenza impossibile da evitare per le famiglie (ma anche per le imprese), dato che queste voci di spesa non possono essere rinviate a data da destinarsi. Da qui si spiega anche la corsa, sia tra i privati che nelle aziende, a valutare l’ipotesi di installare fonti di energia alternativa nelle proprie abitazioni o sedi.

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