Elisabetta Pozzi in "The children" a Bagnacavallo e Cervia

“The children”: “I bambini”. Quelli in scena che bambini non sono più, quelli del futuro, e anche l’umanità-bambina che come Prometeo si impadronisce del fuoco, ma a differenza di lui non lo sa usare… La pièce della britannica Lucy Kirkwood, con Elisabetta Pozzi, Giovanni Crippa e Francesca Ciocchetti diretti da Andrea Chiodi è al Goldoni di Bagnacavallo oggi e domani (ore 21), poi il 3 e il 4 dicembre al teatro comunale Walter Chiari di Cervia (ore 21).

Kirkwood la scrive poco dopo l’incidente nucleare di Fukushima e il debutto avviene nel 2016 al Royal Court Theatre di Londra. L’idea di portarla in scena in Italia nasce invece proprio dalla stessa Pozzi, che cura la direzione artistica del Centro Teatrale Bresciano, responsabile della rassegna sulla drammaturgia contemporanea “Teatro aperto”.

«Questo testo è fortemente voluto – sottolinea infatti Pozzi – e necessario, in questo momento storico. Chiama infatti alla responsabilità: verso i giovani che erediteranno il mondo, ma anche da parte dei giovani, che devono sforzarsi di non ripetere i nostri errori. La sua autrice, che lo ha scritto ad appena 26 anni, è stata capace di inserire temi epocali in una storia familiare, tanto che solo lo sviluppo dell’azione permette di comprendere cosa davvero stia succedendo».

Lei veste i panni di Hazel, che vive la sua pensione col marito Robin in un piccolo cottage. Quel “buen retiro” però è circondato da un mondo sconvolto dall’incidente alla centrale nucleare dove un tempo entrambi lavoravano.

«Anche su quella casa si abbatte qualcosa di inaspettato, l’arrivo di una vecchia amica e collega. Rose mette un carico da undici su un apparente idillio, e fa deflagrare una situazione in realtà già fragile. Hazel infatti vive ossessionata dalla forma fisica, il marito pare disinteressato a qualsiasi cosa. Sembra quindi che stiamo parlando della storia di una coppia di mezz’età come tante… Ma in realtà “The children”, buffo per le tante manie dei personaggi, è una specie di giallo, e si rivela pian piano».

Può darci un indizio?

«Gli ingegneri che hanno progettato la centrale nucleare hanno commesso degli errori: ora è loro, già anziani, la responsabilità di salvare i giovani che vivono lì intorno. Ma qui nasce il problema. Hazel ha deciso di isolarsi da tutto: i figli ormai sono grandi e vivono per conto loro, e in quella casetta lei conduce la sua vita. Ha 67 anni ma ne dimostra 50 perché ha deciso di prendersi cura di sé, anche fingendo di non sapere cosa c’è fuori o quello che è successo fra il marito e Rose, e di dimenticare il suo passato di ingegnere nucleare. Quando l’amica le chiede di intervenire di fronte alla catastrofe, lei d’impulso esce dalla stanza. Poi vi torna: e forse andrà. È un momento commovente, e quella decisione forse indica una strada anche per noi…».

Tanta roba per tre soli personaggi.

«Ma la scrittura del testo è davvero sapiente e dà al pubblico l’illusione di aver identificato i tre… Per poi scoprire che sono tutt’altro! Il linguaggio è spedito e coinvolgente, e tanti dopo le spettacolo ci sono venuti a dire che era sembrato loro di stare in scena con noi. Noi d’altra parte siamo amici e sempre in ascolto reciproco. Ogni giorno riviviamo le nostre battute e questo, unito alla nostra sintonia… (e bravura!) ci rende molto credibili nel mondo fittizio rappresentato in scena, e fa emergere tutta la bellezza di questo testo».

Biglietti Goldoni: 28-18, info: 0546 21306; biglietti teatro comunale Walter Chiari: 25-15.

Info: 0544 975166

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