Elezioni Regionali 2020 in Emilia Romagna: intervista al candidato Simone Benini

Cesena

Chi è Simone Benini?
Ho 49 anni, sono nato a Cesenatico e lì ho vissuto per 31 anni. Poi mi sono trasferito a Forlì, prima per lavoro, poi per amore. Sono sposato e ho due figli, di 16 e 12 anni. Sono un piccolo imprenditore informatico, socio di una cooperativa, esperto di sistemi Unix e Linux, di reti e di protezione dei dati.
Nel 2003 ho trovato nella cassetta delle lettere una comunicazione del Clan-Destino di Forlì, attivissima associazione ambientalista locale che mi invitava a una riunione per discutere dei problemi della zona a fronte del preventivato ampliamento dell’inceneritore cittadino. Da quel giorno è nato il mio attivismo, vuoi per spirito di curiosità, vuoi per l’imminente nascita di mia figlia, che ha aumentato la mia sensibilità nei confronti dell’ambiente in cui viviamo. Da quel giorno non ho smesso di lottare per il nostro diritto a un ambiente sano. Nel 2013 sono entrato nel Movimento 5 Stelle e dal 2014 rivesto l’incarico di portavoce in consiglio comunale, dove ho portato all’attenzione dell’amministrazione di Forlì molte problematiche alle quali abbiamo cercato di porre soluzione; a volte riuscendoci, altre volte no, complice la miopia della politica partitocratica.
Ora sono candidato per il M5S alla presidenza della Regione Emilia Romagna, sfida costruttiva alla quale ho deciso di dedicare impegno ed energie nella convinzione di potermi mettere positivamente al servizio dei cittadini e della comunità.

Si trova candidato a Governatore grazie a qualche centinaio di voti sulla piattaforma Rousseau e senza una lunga esperienza amministrativa. Crede veramente di essere in grado di ricoprire quel ruolo o vuole fare solo la “sentinella”, come dice nelle sue interviste?
Certamente sì, altrimenti non mi sarei candidato. Ricordo inoltre che alla consultazione hanno partecipato oltre duemila iscritti certificati del Movimento 5 Stelle Emilia-Romagna. Molti di più delle persone che hanno deciso di candidare la Borgonzoni (è stato uno solo) o Bonaccini nel 2014. Essere sentinelle utili significa essere decisivi sempre con i nostri temi.

Cosa non andava bene in Emilia Romagna tanto da voler mandare a casa Bonaccini? Dopotutto a Roma col Pd siete alleati di Governo.
Per quel che ci riguarda l’attuale giunta ha emanato una pessima legge urbanistica che aboliremo e riscriveremo, non ha mai affrontato il problema acqua pubblica a seguito del referendum del 2011, ha distorto e affievolito la legge sui rifiuti favorendo in questo le grosse multiutility senza risolvere il forte conflitto di interesse che lega raccolta e smaltimento, piano dell’aria davvero inutile e poco efficace. C’è stata poi una apertura alla privatizzazione ed esternalizzazione della Sanità. Quando Bonaccini promette un tavolo per sbloccare le concessioni per nuove trivelle in Romagna, quelle che noi abbiamo bloccato al Governo, mi chiedo se a parlare sia la Borgonzoni. A Roma c’è una legge elettorale secondo cui se hai la maggioranza relativa dei seggi, come ha il Movimento 5 Stelle, sei costretto a governare con altri per fare leggi che servono al Paese. In tutta Europa dove vige il proporzionale ci sono maggioranze diverse da Regione a Regione, o tra Stato e Regione.

Il suo giudizio sul sistema sanitario dell’Emilia Romagna
Un sistema ottimo che sta soffrendo dell’incapacità della politica di fare scelte decisive, concrete e forti per tenerla saldamente in mano pubblica. La Giunta Bonaccini ha aperto alla privatizzazione, all’esternalizzazione di servizi indebolendola e quindi diminuendo la qualità del servizio e aumentando lo stress degli operatori sanitari, che sempre più spesso lasciano la sanità pubblica. La sanità è un bene comune pubblico essenziale e tale deve rimanere.

Le sue proposte per il rilancio del commercio?
Lotta alla concorrenza sleale e all’abusivismo, piano regionale per il rilancio dei centri storici delle città e dei Comuni. Tutelare l’ambiente con una seria lotta alla plastica crea anche valore aggiunto per salvaguardare il nostri mari.

Infrastrutture, quali sono le priorità?
La prima opera utile è la manutenzione del territorio. Trasferire il trasporto su gomma a rotaia, quindi potenziamento ferrovie locali anche come già sta facendo il Movimento 5 Stelle al governo.

La sua idea di autonomia regionale?
L’autonoma deve rimanere nel solco della Costituzione italiana. Quindi sia cooperativa, sociale. La Costituzione non permette di creare diseguaglianze tra territori. Dovremmo rileggerla e applicarla tutti. Ogni giorno.

Concessioni e canoni balneari: cosa promette agli operatori della Riviera?
La direttiva europea ci porterà alle gare, i pronunciamenti giuridici e il Consiglio di Stato ci dicono ormai che gare sono inevitabili. Occorre prenderne atto e trasformare tutto ciò in un’opportunità. Ai concessionari capaci daremo l’occasione per vedere premiati progetti innovativi, determinazione e creatività. E daremo certezze agli investimenti.

Lo stop alle estrazioni rischia di mettere in ginocchio un settore importante dell’economia ravennate. Quali soluzioni propone per conciliare tutela dell’ambiente ed economia?
L’emergenza climatica e sanitaria è in atto. Non possiamo far finta di nulla. Non possiamo girarci dall’altra parte. Dobbiamo cambiare tutti. Bisogna puntare a una riconversione per arrivare alla produzione di energie rinnovabili, eolico e moto ondoso, per esempio, così le maestranze manterranno il lavoro garantito. Per questo proponiamo piani regionali con finanziamenti statali, regionali, europei.

Esiste un problema ordine pubblico in Emilia Romagna? Quali sono eventualmente le sue proposte per la sicurezza dei cittadini?
Certo che esiste. Come esiste un problema infiltrazioni delle mafie che è enorme anche se oggi, agendo in giacca e cravatta, ’ndrangheta e camorra non vengono purtroppo percepite come un enorme problema che divora la nostra economia. La scorsa settimana sono stato al sindacato unitario della Polizia Locale, il Sulpl; ero l’unico tra i candidati maggiori e Bonaccini e Borgonzoni non c’erano. La questione sicurezza si affronta anche facendo in modo che i Corpi di polizia locale vengano messi nelle condizioni di lavorare con organici adeguati, non come ora, in continua carenza di personale. Esiste una legge regionale che però la Regione stessa non fa rispettare; si richiamino i Comuni che sono inadempienti.

L’immigrazione costituisce una risorsa (anche in termini di popolazione attiva e quindi contribuente) o è solo un problema?
Vedere l’immigrazione come una “risorsa” o un “problema “ è un modo semplicistico di vedere le cose che è molto pericoloso in entrambe le direzioni. Parliamo di essere umani, che non possono essere considerati come risorse ‘economiche’ come fanno i liberisti o un ‘problema’ come fanno xenofobi e razzisti. Parliamo di fenomeni che esistono da sempre e problemi che possono nascere che non vanno messi sotto la sabbia ma affrontati. È un fenomeno che va regolamentato coniugando rigore, buonsenso e umanità a livello europeo. Ho la sensazione che né la Lega né il Pd vogliano affrontare il tema in maniera razionale, ma giocare ad un pericoloso gioco di contrapposizione.

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