Elezioni Cesena, Ferrini: "Col voto disgiunto Bulbi poteva vincere"

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La scelta di tuffarsi nell’agone elettorale, come candidato all’uninominale della Camera di Forlì-Cesena, nella lista del Terzo Polo di Calenda e Renzi, supportato dal suo Pri, ha lasciato soddisfatto Luca Ferrini. «Abbiamo ottenuto risultato molto lusinghiero nelle due maggiori città della provincia - commenta - Avrei messo di corsa la firma se mi avessero detto che sarei arrivato attorno al 10%. Nei piccoli comuni è stato invece più difficile fare conoscere la nostra nuova proposta politica, nonostante il grande impegno di tanti giovani volontari, che ringrazio e che mi hanno sorpreso, perché ho hanno mostrato una passione che non vedevo da tempo. Questa è la prima pietra di un edificio che stiamo costruendo: il futuro ci dirà se riusciremo ad andare avanti con le sue gambe e con l’entusiasmo che serve; io ce la metterò tutta». Ferrini fa notare un particolare: «Un terzo polo esiste, a prescindere dalla scelta che ho fatto di candidarmi e dall’assessorato che mi è stato affidato nella giunta Lattuca (il sindaco ha sostenuto il candidato del Pd, Massimo Bulbi, avversario dell’esponente dell’Edera, ndr): lo dimostra il fatto che a Forlì ho avuto lo stesso identico numero di voti presi a Cesena».

Poi il rappresentante del Terzo Polo fa un paio di osservazioni guardando “in casa d’altri”. Il primo riguarda il Movimento 5 Stelle: «Mi ha stupito la sua rinascita, che mi aspettavo al sud ma non a Cesena. Un po’ tutti dobbiamo ragionarci, anche come amministratori locali. Penso che il buon risultato dipenda in parte dal fatto che i 5 Stelle hanno un forte radicamento qui sul territorio, dove sono praticamente nati, ma soprattutto che abbiamo raccolto un voto di autoprotezione da parte delle fasce sociali in difficoltà economica. Si sono sentire tutelate dal messaggio di Conte, che è riuscito a trasmettere un senso di sicurezza, creando una sinistra post-ideologica». L’altra riflessione riguarda la legge elettorale e come può avere inciso sui verdetti: «Se fosse stato consentito il voto disgiunto tra proporzionale e uninominale, credo che forse Bulbi sarebbe riuscito a farsi eleggere. Perché la verità è che con questo sistema di voto la gente ha fatto la propria scelta solo sulla base di chi voleva mandare al governo a Roma, senza altre valutazioni sui candidati in corsa. Il voto disgiunto avrebbe consentito invece di fare un doppio ragionamento». Infine, un messaggio rivolto a Alice Buonguerrieri, candidata di Fratelli d’Italia del territorio, che è stata eletta: «Ha un debito con la fortuna, perché spuntarla per appena 49 voti su 76.000, come ha fatto nel collegio di Ravenna, è più raro che vincere all’enalotto: oltre a farle le congratulazioni, le ho detto che dovrà ripagare quel debito, portando gli interessi della Romagna a Roma». gpc

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