Pizzolante: Sanremo, Benigni mi ha deluso

Editoriali

Quando un uomo, un attore, un artista, un genio ti sorprende ed entra prepotentemente nella tua vita dicendoti che è bella, “la vita è bella”, poi non deve deluderti più.
Non mi faceva ridere e nemmeno pensare il Benigni che aggrediva i testicoli di Pippo Baudo. Nemmeno il Benigni che prendeva in braccio Berlinguer. Penso che la retorica uccida gli artisti. E un artista che prende in braccio la retorica della morale moralista non è un artista. Un artista deve farti vedere o, almeno, intravedere, ciò che non si vede. Che non tutti vedono o pensano di vedere.

Non esaltare le cattive illusioni dei comuni mortali. Che diventano luoghi comuni. Pensavo.
Poi è arrivata “La vita è bella”. Potente. Come si dice? Poetico! Sì non si deve aver paura di usare parole grandi. Quando ti trovi di fronte a qualcosa che è grande. Quel racconto, quei volti sporchi, quegli occhi vivi e splendenti nel buio dell’animo umano, quelle tavole, quel fango e il padre che difende la speranza nel cuore di un bambino. Beh, gigantesco.
E poi, Rooobeeertooo! Che cammina sulle poltrone e sulla testa dei suoi simili. Che simili non sono più. Perché lui è andato su, oltre, più in alto, di tutti.
Beh, uno così non deve deluderti più.
Ma ti pare che uno che ha passeggiato sulla testa degli Oscar debba occuparsi del citofono di Salvini? Dammi un pensiero alto sulla miseria di questo tempo in cui la vita è tornata ad essere non più bella. Non parlarmi del citofono e tanto meno di Salvini. No tu no! Sei lassù, che ci fai quaggiù! La poesia al citofono?
E il Cantico dei Cantici. Il canto poetico, potentissimo e bellissimo, dell’amore, dell’eros, dell’amplesso, dello stendardo che penetra la vigna del desiderio e l’odore dei corpi in amore. Beh, devi anche spiegarmelo? Mi devi fare la didascalia?
Lo stendardo eh, avete capito?
La “vigna” eh, avete capito? Non è la vigna! Capito? È il sesso della donna! Capito?
È come se Sharon Stone, prima della scena cruciale di “Basic instinct”, prima di scavallare le gambe, ci dicesse: “attenzione, quella che vedrete non è la mutandina”.
È come se Marlon Brando, prima della scena cruciale de “L’ultimo tango a Parigi”, dicesse: “guardate, è vaselina, adesso vi spiego l’uso che ne farò”.
No Roberto no!
Non puoi essere presentato, dal bravo Amadeus, come il genio del secolo e poi farci il Bignami del sesso in amplesso.
Ci sta che dopo “ La vita è bella” tu faccia un mediocre Pinocchio.
È impossibile rimanere sempre così in alto.
Ci sta che tu vada a fare la promozione, la propaganda, del nuovo film ovunque, in ogni buco della pessima televisione italiana.
Mi faceva soffrire vederti lì a chiacchierare con Giorgino. Ma capisco. Ci vogliono i soldi per fare i film. Belli o meno belli che siano.
E ci vogliono i soldi per portare un premio Oscar a Sanremo. Non mi scandalizzo.
Ma la descrizione, con dettagli, del frutto dello stendardo in bocca, no!
Lasciamelo immaginare Roberto! Dai!

*già parlamentare

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