Pizzolante: i Parlamenti servono ancora?

I Parlamenti servono ancora? È la domanda, che ha aperto il dibattito fra i leader politici italiani al Meeting di Rimini. La domanda “rimane a mezz’aria”, commenta Marco Cremonesi del Corriere della Sera. A mezz’aria? Due anni fa, in un incontro con un gruppo di ragazzi, durante la campagna elettorale, di fronte a certe affermazioni domandai: “ma secondo voi, la democrazia è necessaria?”, la domanda rimase a mezz’aria. Che succede? Un anno fa, almeno un terzo degli italiani era disponibile a dare i “pieni poteri” ad un leader politico. Per costruire un rapporto diretto, senza perdite di tempo parlamentari, fra leader, armato di rosario, e popolo.

Un anno fa il partito di Casaleggio padre, affidato per via ereditaria a Casaleggio figlio, diventa il primo partito in Italia.
Il’in era il filosofo russo che teorizzava, inizio del secolo scorso, la fine dell’Occidente e la minorità morale della democrazia. Invocava un rapporto diretto, religioso, fra leader e popolo. Si trasferì in Germania. Dove fu molto ascoltato da chi prese il potere negli anni 30. Oggi è il riferimento ideologico del putinismo.
Casaleggio chiamò Rousseau la sua piattaforma- partito, perché si ispirava al filosofo della democrazia diretta. Un leader e un popolo. Senza parlamenti. L’ispirazione di ogni tirannia. Sempre! Uno vale Uno ha sempre portato, nella storia, a uno vale tutti. Siamo tutti uguali è sempre stato lo strumento delle leadership totalitarie per imporre la propria supremazia su tutti. È la retorica del “popolo”. Nel film Il Gladiatore, con Russell Crowe, l’imperatore Commodo, dopo aver ucciso il padre, governa in nome del popolo, contro il Senato, apre la stagione lunghissima dei giochi nel Colosseo, spettacoli tutti i giorni, regali, cibo gratis per tutti, sangue dei nemici dato in pasto al popolo esultante nell’arena. Il popolo mi ama, diceva Commodo. Il popolo ama ancora chi esibisce lo scalpo del Parlamento nelle piazze e nelle urne, reddito di cittadinanza e regali a pioggia?
Nella serie televisiva “I Medici” i banchieri Pazzi organizzano la rivolta contro i banchieri Medici, che governavano Firenze, la Rivolta dei Pazzi, in nome del popolo, contro i corrotti, perché bisognava consegnare il potere al popolo. Ma intanto i Pazzi, spostavano i soldi del Papa, dalle casse dei Medici alle proprie.
Lenin diceva che il sistema sovietico era così perfetto che poteva governarlo anche la sua cuoca. La cuoca e il popolo. Poi arrivò Stalin.
I Parlamenti servono?
Il Parlamento è la democrazia!
Fuori da questo schema di gioco ci sono i Commodo, i Pazzi, i pazzi del secolo scorso in Europa, dagli anni 20 ai 40, le pazzie di questi ultimi decenni in Italia. Dalla tragedia alla farsa.
Il referendum sul taglio dei parlamentari serve ad affermare che il Parlamento non serve. Questa è la vera posta in gioco.
Non è una riforma per rendere più funzionale, veloce, attivo, il Parlamento.
È una mutilazione! Uno sfregio! Il sangue nell’arena. L’esibizione dello scalpo in nome di Rousseau, non del filosofo, non solo, ma dello sgangherato “sistema democratico” di Casaleggio. Che produce la classe dirigente che conosciamo.
È la vittoria del populismo. Le sottocuoche che diventano ministri. Un giustizialismo che diventa terrore. La cultura del sospetto che diventa norma di legge. Che paralizza tutto. L’odio sociale, il rancore, l’insulto come metodo delle relazioni sociale. La mediocrità e l’ignoranza esibita come valore. La decrescita “felice”, i redditi di cittadinanza.
Il Sì al referendum è la vittoria finale. Il simbolo. La cosa pazzesca è che rischiano di vincere mentre perdono. Mentre i 5 stelle scompaiono nelle urne. Per responsabilità di quasi tutti gli altri partiti. Che si adeguano alla mediocrità. Si allineano. Per paura.
Votare No significa avere coraggio, chiudere la stagione buia dell’odio. Significa volere, pretendere, un Parlamento più abile non mutilato e disabile.
Chiudere con l’iper populismo di questi anni.
Che ha consegnato il paese a comici che non fanno ridere e il governo a personaggi che Lenin non avrebbe nemmeno fatto entrare in cucina.

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