Petitti: Il Paese riparta dal lavoro e dalle donne

Articolo 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso.
Articolo 37. La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.

Articolo 51. Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini.
Nel 1946, in Assemblea costituente, ottenemmo queste importantissime affermazioni. Erano 21 le deputate all’epoca. E solo 27 parlamentari donne tra Camera e Senato nella legislatura che cominciò nel 1968.

Oggi, oltre il 35% del Parlamento è composto da donne: un Parlamento più moderno, anche grazie alla presenza femminile. Possiamo dire che un po’ di traguardi sono stati raggiunti. Quest’anno, solo nel gruppo PD della Regione Emilia-Romagna, sono state elette 12 consigliere, un record per la storia repubblicana.
Quegli articoli sopra citati, sono stati, negli ultimi 70 anni, la base per lotte e conquiste. Con sforzo, sacrificio e costante impegno, abbiamo fatto diversi passi in avanti. La società ha preso sempre più coscienza, progredendo nella conquista dei diritti e nel percorso verso la parità.
E’ stata costruita un’eredità solida e oggi, nella Giornata Internazionale della Donna, così come ogni giorno, dobbiamo ricordare che su questa eredità è necessario continuare ad aggiungere nuovi tasselli. Ricordiamo le conquiste del passato e trasformiamole nelle fondamenta per le battaglie del futuro.
Pochi giorni fa nel discorso per il mio insediamento come Presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, ci ho tenuto fortemente a sottolineare l’importanza di favorire una presenza più diffusa e visibile delle donne nella società e nel mondo del lavoro, senza discriminazione alcuna. Senza le donne la società non è completa. Servono investimenti per rilanciare l’occupazione femminile e la parità salariale. Serve un welfare inclusivo e un sostegno concreto al grande tema della conciliazione tra vita professionale e familiare attraverso misure innovative e flessibile come lo smart working. Serve abbattere stereotipi e preconcetti. La Regione Emilia-Romagna deve continuare a farsi promotrice di tale cambio di rotta, come in questi anni ha dimostrato di essere in grado di fare.
Auspico che questa nuova legislatura regionale, la XI, possa costituire dunque l’occasione per compiere un ulteriore salto di qualità rispetto al complesso cammino percorso dalle donne nelle istituzioni, nell’istruzione, nel lavoro e nelle varie formazioni sociali. Auspico che, attraverso la condivisione di obiettivi unificanti e di politiche efficaci, nei prossimi anni potremo coronare una piena ed effettiva parità.
Perchè le donne devono guadagnare meno dei colleghi? Perchè, nonostante titoli di studio mediamente più alti, fanno più fatica a fare carriera? Perchè devono impegnarsi di più per ottenere meno? In questa fase delicata a causa del Covid-19, si è parlato molto di tre donne, ricercatrici che hanno isolato il virus. Sono Concetta Castilletti, Francesca Colavita e Maria Rosaria Capobianchi. Ecco, credo che queste scienziate rappresentino proprio quello da cui deve ripartire il nostro Paese: il lavoro, la competenza, le donne. Buon 8 Marzo.

*Presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

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