Pari: povero lavoro! O lavoro povero?

Editoriali

Una delle (tante) priorità del nostro paese è il “lavoro che manca”.  Difficile sostenere una tesi differente. Il lavoro è sicuramente una parte delle fondamenta, sulle quali si basa l’intera vita dell’essere umano, o almeno, di una parte molto significativa dell’umanità, visto che le enormi diseguaglianze sociali, hanno portato diverse categorie di persone a poterne fare a meno, in troppi casi, per molte generazioni, inconsapevolmente foraggiate, anche dagli stessi che hanno  difficoltà economiche, infatti, con i consumi di massa, in molti casi, i poveri contribuiscono ad aumentare le risorse dei ricchi, in ogni ambito, dallo sport all’alimentazione.

Un discorso lungo e complesso, che meriterebbe ambia riflessione. Ritornando al tema del lavoro, in realtà, al momento (specifico al momento, perché la situazione, a mio modesto avviso, è destinata a peggiorare, per diversi motivi: sviluppo tecnologico, concorrenza internazionale, mancati investimenti pubblici e privati, ecc),  i dati Istat sull’occupazione, evidenziano nel nostro paese risultati abbastanza incoraggianti: nella nota trimestrale, pubblicata il 18 dicembre 2019, relativa al terzo trimestre dello stesso anno, il tasso di disoccupazione a livello nazionale (età 15/64 anni), è pari al 9,8 per cento, il valore più basso dal primo trimestre del 2012. Non possiamo quindi sostenere, che siamo di fronte ad un drastico calo dell’occupazione, pertanto, non sarebbe corretto esclamare: “povero lavoro!”. È altresì evidente, purtroppo, che il lavoro, sempre più raramente porta benessere, inteso come possibilità, non solo di fare fronte ai bisogni primari, ma capacità di realizzare risparmio, oppure, impegnarsi per un mutuo finalizzato all’acquisto di una casa, o ancora, acquistare un’automobile senza necessità di rateizzazioni pluriennali. Del resto, tutto ciò è confermato semplicemente da un dato, molto significativo: il patrimonio finanziario delle famiglie italiane , risultava a dicembre 2018 di 4.218 miliardi, in calo (dato reale) dello 0,4% rispetto al 2008. (ricchezza soprattutto ereditata, incrementata quasi esclusivamente con l’evoluzione dei mercati finanziari). Negli anni cinquanta/settanta del secolo scorso, era normalmente occupata una sola persona per nucleo familiare, ma cresceva il risparmio, moltissime famiglie riuscivano a comprarsi una casa. Oggi, il dato sulla disoccupazione non è drammatico, frequentemente, è occupata più di una persona per nucleo familiare, ma non si risparmia, si lavora, ma è quasi impensabile potersi comprare una casa, si lavora, ma si rateizzano quasi tutti gli acquisti di beni strumentali, si lavora, ma spesso, sempre più spesso, il lavoro povero.

  • docente universitario
    Santarcangelo di Romagna  

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