Natalini: il 65 per cento degli italiani è favorevole all'Euro

Sono stati pubblicati di recente i risultati dell’indagine Eurobarometro del giugno 2019 sull’ “opinione pubblica nell’Unione Europea”. Essi indicano un significativo cambio di tendenza nel nostro continente.
Il 44% dei cittadini europei, infatti, ha fiducia nell’Unione Europea; è aumentata di due punti percentuali rispetto all’autunno del 2018 ed ha raggiunto il livello più alto dal 2009, quando era al 48%; da allora abbiamo subito la crisi economico-sociale più grave del dopoguerra e il fenomeno destabilizzante dell’immigrazione.

Ciò che va sottolineato è che la fiducia nell’UE è del 10% più alta rispetto ai governi e ai parlamenti nazionali. Per contro, la sfiducia nell’UE è calata di due punti percentuali, attestandosi al 46%, mentre quella nei confronti dei governi nazionali è del 61% (+ 2%) e dei parlamenti nazionali del 60% (+ 2%).
In un contesto nel quale i movimenti nazional-populisti hanno messo fortemente in discussione negli ultimi anni le istituzioni della democrazia rappresentativa e il rapporto tra elite e popolo nonché operato per la disintegrazione dell’Europa e la ri-nazionalizzazione di molte delle sue competenze istituzionali, è altamente significativo che i cittadini europei abbiano mediamente più fiducia nell’Unione Europea rispetto ai propri governi e parlamenti nazionali.
L’Italia, tuttavia, con il 37% di cittadini che nutrono fiducia nei confronti dell’UE si colloca al di sotto della media UE. E’ interessante osservare che Paesi governati da maggioranze dichiaratamente nazional-populiste e sovraniste come l’Ungheria e la Polonia si collocano con il 55% e il 54% ben al di sopra della media UE, a testimonianza di quanto il consenso verso l’Europa sia fortemente legato alla crescita dell’economia e dell’occupazione (i due Paesi, infatti, hanno tassi di sviluppo del PIL di oltre il 2-3% l’anno, in gran parte dovuti all’ingente trasferimento di finanziamenti UE attraverso i fondi strutturali, a cui contribuiscono anche i contribuenti italiani ).
Per quanto riguarda l’immagine positiva che i cittadini hanno dell’Unione Europea, essa è aumentata di due punti rispetto all’autunno del 2018 e addirittura dell’11% rispetto alla primavera del 2016, raggiungendo, con l’attuale 45%, il livello più alto dal 2009 (quando si attestava al 48%). Il 37% degli europei ha un’immagine neutrale dell’UE (+1%), mentre solo il 17% ha un’immagine negativa (-3%).
Anche in questo caso l’Italia, con il 38% che ha un’immagine positiva, si colloca al di sotto della media UE, anche se tale percentuale è aumentata di tre punti rispetto all’autunno 2018.
Per quanto concerne il sentimento di appartenenza o meno all’UE, alla domanda “ti senti un cittadino dell’Unione Europea ?”, ha rispondo affermativamente in media il 73% dei cittadini dell’UE, oscillando dal 93% dei cittadini del Lussemburgo (la percentuale più alta), seguiti a ruota dall’88% dei tedeschi e dall’87% degli spagnoli, alla percentuale più bassa: quella registrata in Bulgaria con il 52%. Pur con una percentuale molto alta (57%), l’Italia si colloca al penultimo posto di questa graduatoria, insieme alla Grecia. Anche in questo caso va sottolineato come Ungheria e Polonia registrino percentuali elevatissime (84%).
Il dato più interessante, tuttavia, anche pensando allo scontro politico degli ultimi anni sul processo di integrazione europea e sui vincoli posti dal Trattato di Maastricht, è che il 65% degli italiani indica l’Euro tra le priorità politiche dell’UE; si tratta di una percentuale superiore di tre punti alla media UE.
L’indagine Eurobarometro rivela, inoltre, che il 61% è ottimista (+ 3% rispetto all’autunno del 2018 e + 11% rispetto all’autunno 2016; si tratta della percentuale più alta dal 2009, quando raggiunse il 66%). Parallelamente è diminuito il numero degli europei che si dichiarano pessimisti (34%, - 3%). Anche in questo caso con il 56%, percentuale comunque largamente maggioritaria, l’Italia si colloca al di sotto della media UE.
In conclusione, l’indagine Eurobarometro del 2019 rivela che l’UE è vista dai cittadini europei in una luce positiva come mai negli ultimi 10 anni.
Questi dati, intrecciati con quelli relativi alle elezioni europee del maggio scorso (l'affluenza complessiva nel 2019 è aumentata di 8 punti, raggiungendo il 50,6%, la più alta partecipazione dal 1994 . Quella dei giovani è aumentata del 50%) indicano che esistono notevoli potenzialità per un rilancio in grande del processo di integrazione europea e del suo appeal tra i cittadini e i giovani; perdere questa opportunità, forse l’ultima, sarebbe un imperdonabile errore storico.
Molto dipenderà dalle scelte e dai programmi che verranno portati avanti dalla nuova Commissione Europea e da quanto gli stati membri si impegneranno nel rilancio del processo di integrazione, affrontando positivamente sfide cruciali quali il cambiamento climatico, le assurde guerre commerciali scatenate da Trump, il lavoro, l’innovazione tecnologica, le diseguaglianze sociali, l’immigrazione.
*Esperto di istituzioni, politiche e programmi dell’UE

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui