La Romagna vola oltre i campanili

Una buona notizia per la Romagna, ma anche per l’Emilia e più in generale per il buonsenso. L’appello lanciato dai sindaci di Rimini e Forlì per una sinergia tra gli aeroporti Fellini e Ridolfi vuole mettere fine a un dualismo insensato che fa male al territorio e rischia di favorire solo le compagnie aeree.
Una premessa necessaria.
I romagnoli non pensino di costituire un’eccezione nel panorama italiano. Situazioni simili sono frequenti. Solo per citarne alcune: Firenze e Pisa stanno duellando da anni per la gioia dei giornali toscani a cui regalano titoli in prima pagina. I due aeroporti sono separati da 78 chilometri e da una rivalità all’ennesima potenza. Se andiamo in Veneto, Treviso e Venezia hanno due scali nello spazio di 30 chilometri, collegati da un servizio di bus navetta.
In Calabria, Lamezia Terme e Crotone hanno due aeroporti nell’arco di 90 chilometri.
Si potrebbe continuare a lungo puntando l’obiettivo su Genova e Albenga in Liguria e tanti altri. Non è detto che la presenza di piste per il decollo e l’atterraggio con le rispettive strutture segua una logica economica precisa.
Tornando a noi, è ancor più positivo che l’invito alla tregua tra Forlì e Rimini arrivi da due sindaci di colore diverso e sia sostenuto dal mondo economico.
Confindustria ha sottolineato che da tempo propone e incoraggia una visione di area metropolitana romagnola.
Legacoop si è spinta oltre augurandosi che ci sia spazio per confrontarsi sulla nascita di una Provincia unica: «È giunto il tempo per tutti i campanili di sotterrare l’ascia di guerra».
La pace dei voli ha sponsor importanti che vanno ascoltati.
Non sempre la concorrenza migliora il prodotto, al contrario può alimentare problemi e costi aggiuntivi. L’esperienza insegna, ad alta e bassa quota.

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