Il diritto dei nonni di vivere

Nella fuga dalla casa di riposo di Faenza di Ines, nome di fantasia per la donna di 81 anni che è tornata nei luoghi della gioventù, c’è un messaggio forte: l’anziano è vivo, non è nell’anticamera della morte, ha affetti, passioni, hobby da coltivare. Non si sente un rottame e va rispettato. Di più, ha accumulato un’esperienza che è una ricchezza per i giovani. In quella donna si rivede il protagonista del romanzo di Luis Sepùlveda, “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”.
Antonio José Bolívar Proaño vive ai margini della foresta amazzonica. Porta con sé i ricordi di un’esperienza fallimentare, la foto sbiadita della moglie e alcuni romanzi d’amore che legge in solitudine. Ma nel cuore custodisce un tesoro inesauribile che gli viene dall’aver vissuto nella foresta: un accordo intimo con i ritmi e i segreti della natura, il rispetto per la magia delle creature che il mondo verde gli ha insegnato e che i bianchi, capaci soltanto di sfruttare e distruggere, non sapranno mai capire. Antonio ha un obiettivo preciso: non vuole rinunciare a sognare.
Ma lo spirito di Ines è lo stesso di Santiago, protagonista del romanzo “Il vecchio e il mare” di Ernest Hemingway, un pescatore che non prende nulla da ottantaquattro giorni e al villaggio tutti ormai ritengono sfortunato.
Anche Manolin, il suo amico e aiutante, è stato costretto dai genitori ad abbandonarlo.
L’ottantacinquesimo giorno Santiago esce in mare da solo e un enorme marlin abbocca alla sua lenza: il vecchio combatte tre giorni e due notti, con tutte le sue energie, per portarlo a riva. Santiago incarna l’uomo che si ribella ai propri limiti, che lancia una sfida al destino e alla vecchiaia.
Anche Ines è arrivata al punto di rottura, non ha preso il largo in barca ma è salita su un treno diretto a Rimini alla ricerca del Mar Adriatico. Non è l’Oceano Atlantico, ma profuma di libertà.

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