I ricordi degli anziani dalle bombe al Coronavirus

RIMINI. Ci sono persone che incontri nella vita e ti rimangono nel cuore. Valter Vallicelli, Tabac, è uno di questi.
Ho avuto la possibilità di incontrarlo e ascoltare i racconti di partigiano nei quali traspariva il suo spirito giovane, oggi come allora, quando ha affrontato e disarmato i tedeschi. In quell’occasione lo ha salvato un bacio, grazie alla tempestiva complicità di una staffetta che fece credere ai militari, mentre gli tenevano il fucile puntato alla schiena, di essere la sua fidanzata. Il suo primo bacio a diciassette anni.
Tabac amava raccontare questo episodio con dovizia di particolari e sottile ironia. Traspariva leggerezza e gioia di vivere che passava nei suoi occhi, sempre vispi e curiosi, nel suo sorriso così delicato e sincero, nelle inflessioni della sua voce flebile, ma decisa, pacata e incisiva. Valter ha toccato la mia anima e sono certa che tutti coloro che lo hanno conosciuto possono comprendere. Le parole, intrise di moti di espressione più vera di sé, lasciano un ricordo indelebile perché si inscrivono nei nostri sensi.

Valter all’età di 92 anni arrivava a tutti, con parole semplici attraverso le sue testimonianze. Trasmetteva il significato profondo della libertà e resistenza ad ogni persona, bambino, giovane, adulto.
Il suo ultimo libro “Ultimo chilometro di una vita in salita” termina con la bellissima poesia Al giovane Tabac Valter, letta più volte insieme.
Il 25 aprile, mentre ero a casa come tutti, ho ricordato quelle parole ed il pensiero è andato a tutte le persone che frequentano il Caffè Amarcord e il Centro d’Incontro di Rimini, anche loro nelle loro case. Da quando abbiamo chiuso i centri per il Covid 19 abbiamo cercato di mantenere un contatto a distanza, con telefonate, videochiamate, ma anche inviando proposte di attività che facevamo insieme nelle giornate di apertura.
Oltre a coordinare questi progetti, conduco ogni settimana gli incontri di movimento danzato Metodo Hobart®, un gruppo di 25 persone al Centro d’Incontro e due gruppi di 12 persone al Caffè Amarcord.

Gli incontri portano ad un contatto con sé stessi e con gli altri e ad esprimersi e comunicare con i gesti, il movimento e la danza. In questo lungo periodo di sospensione ho inviato alle persone dei gruppi, con regolarità, dei brevi video che potessero richiamare alla memoria i nostri incontri, per mantenere, nonostante la distanza, quel contatto fatto di sorrisi, sguardi, gesti. Di movimenti e danza.
Così il 25 aprile per tutti loro ho letto e danzato, sulle note di Bella ciao, la poesia Al giovane Tabac. Il breve video si chiudeva con una domanda: Che cos’è per voi la libertà?

In questo periodo ognuno di noi ha riflettuto sul senso della libertà, quello più concreto legato alla restrizione e al desiderio di uscire, quello più profondo della libertà di esprimersi e vivere appieno questa vita. Il video ha fatto riaffiorare tanti ricordi e riflessioni…
Per Francesco, coetaneo di Tabac, e Ines, la libertà è quello che abbiamo sognato quando c’era la guerra, la libertà dalla paura di essere colpiti dalle bombe e dalle granate. Anna ricorda il rifugio, sopra la vigna, dove stava il pastore, c’era un albero per riconoscere l’entrata. Lei era una bambina e quando suonava l’allarme si chiudevano dentro, erano tanti e restavano lì finchè qualcuno non diceva loro che potevano uscire. Che grande festa il giorno della Liberazione! Marina ricorda che lei era bambina e i nonni avevano nascosto due partigiani, gli portavano da mangiare ogni giorno. Si commuove quando ricorda il ritorno del padre dal fronte, lei non lo aveva mai conosciuto e vedendolo in divisa era scappata via dalla paura, finchè lui l’ha potuta abbracciare e darle tante caramelle da dividere anche con gli altri bambini. Una grande gioia!

La bambina e le bombe

Anche a Viola la poesia ha fatto riaffiorare i ricordi di vita vissuta da bambina tra bombardamenti, privazioni e separazioni, dice: la tua danza è stata un concentrato di tutto questo per me.
Chiara ha cantato Bella ciao guardando il video e alla fine il suo pensiero è stato: la libertà è una parola troppo bella, che è sulla bocca di tutti. Tutti vorrebbero essere liberi, la libertà è non dipendere da nessuno, poter uscire, fare passeggiate, dialogare con un’amica. Se dovessi fare un disegno sul l’idea di libertà sarebbe un uccello che vola, che non dà conto a nessuno, è libero di andare dove vuole.
Per Cristina, che viene al Centro a dipingere con noi, libertà è volere e cercare di avere il meglio per noi e per gli altri, il diritto di essere felici ed esprimere le proprie emozioni e mi invia un dipinto dai colori forti, come forti sono stati gli avvenimenti tragici e dolorosi che hanno portato a godere i benefici di una raggiunta liberazione. Per Martina è essere liberi dai propri conflitti interiori che nascono dal desiderio di seguire la propria indole e dal senso del dovere che mette i freni. Ma anche il gallo Checco che vola fuori dal recinto per cantare sulla fontanella.

E ancora un’idea di libertà responsabile che permetta all’umanità di migliorare o semplicemente un’immagine di gabbiani in volo che accompagnano una solitaria passeggiata sul mare…
Per me la libertà è muoversi e vivere in armonia con ciò che ci circonda e per voi cos’è la libertà?
Valter diceva: Quella di ieri, che come ci ha insegnato, dobbiamo tener viva oggi, domani, sempre!
E per non dimenticare…, rispetto a questa pandemia le sue parole sono state: Ce la faremo anche questa volta. Ne usciremo vincitori. Resistenza. Ieri. Oggi. Domani. Sempre!
*Responsabile Servizi alla Persona ASP Valloni Marecchia e Insegnante Metodo Hobart®

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