Giordano. I molteplici "spiriti" delle Adunate alpine

Nel 1920 l’“Adunata spontanea” sul Monte Ortigara (VI) diede il via allo spirito del ri-vederci.
Immagino quali siano state le motivazioni che animavano questi alpini, a 2 anni dalla fine della Guerra Mondiale.
Forse la Grande Guerra si chiamava già “Prima” senza sapere che ci sarebbe stata, purtroppo, una “Seconda”, mentre noi,nel 2020, stiamo parlando di più “Ondate” provocate da questo malefico virus 2019 .
Un virus ultra-filtrabile, visibile solo al microscopio elettronico, che è stato in grado anche di sospendere la 93ma nostra Adunata, programmata, per la prima volta, in Romagna.
Nel 1940 la 21ma Adunata Nazionale si tenne a Torino nei primi 3 giorni del mese di giugno .
I “veci” alpini si presentarono con la cartolina del richiamo infilata nel cappello.
In testa alla sfilata di 20.000 alpini, accanto al labaro dell’Associazione Nazionale Alpini, c’era il Comandante superiore delle Truppe Alpine, Generale Nasci, che ancora non poteva immaginare il suo destino, dal momento che in Russia dovrà comandare il mitico Corpo d’Armata Alpino.
Mi sarebbe piaciuto conoscere lo stato d’animo di questi alpini, che avendo già la cartolina di richiamo alle armi, dopo 7 giorni dall’adunata, esattamente il 10 giugno 1940, avrebbero ascoltato Mussolini che dichiarava GUERRA alla Francia e all’Inghilterra.
Ho letto che in quella sfilata di Torino “…. nell’aria aleggiava già il sentore di ciò che di lì a pochi giorni sarebbe accaduto e nonostante la propaganda del regime, i saggi montanari da sempre sapevano che comunque andassero le cose, per loro ci sarebbero solo state sofferenze, sangue e tutto ciò che avevano già provato in altre occasioni …..”.
Nei 7 anni successivi purtroppo quella atmosfera “mitica” capace di spingere al ritrovarsi delle Penne Nere svanì completamente e solo nel 1948 ricomparve nella 22ma Adunata Nazionale di Bassano del Grappa.
Tutto sembrava ricomporsi nel nostro calendario annuale anche se nel 1950, per l’Anno Santo della Cristianità, la 24ma Adunata venne annullata per riprendere nel 1951 a Gorizia.
Finalmente, fino al Centenario dell’ANA del 2019 a Milano, con il passaggio della Stecca alla Sezione Bolognese-Romagnola, per ben 68 anni, senza soluzione di continuità, la nostra amata Adunata, non subì ostacoli e fu sempre programmata alla grande come un orologio svizzero di precisione!
Tuttavia, mentre la “Stecca” restava e resta custodita, con cura e religiosità, presso la Sede dell’Adunata a Rimini, il Sars -Cov -2 è riuscito a provocare una sosta non solo per noi ma per tutto il Paese e il Mondo intero, creando morti e gravi disagi.
All’orizzonte, per fortuna, stiamo osservando l’arrivo di una vittoria contro il malefico coronavirus che sicuramente verrà sconfitto con le armi di potenti, intelligenti e validi vaccini.
Questo stop al programmato appuntamento in terra di Romagna ci sta creando un immenso e deprimente disagio, il medesimo stato d’animo che da Marzo penso stia colpendo i nostri Dirigenti Nazionali ANA, le tante Sezioni, i tanti Gruppi che si sentono mutilati di tutti gli eventi, più o meno emozionanti, che da 68 anni esistevano nei nostri calendari annuali.
Ma le Penne Nere, iscritte all’ANA, sanno bene che quando saltano le loro ricorrenze, raduni e feste purtroppo questo può essere collegato solo a cause di forza maggiore per le nostre Comunità e rapidamente si mettono subito a disposizione della Popolazione per dare una mano per risolvere qualsiasi forma di emergenza.
In attesa di rinvigorirci con il ritorno di una nuova forma di “Leva”, ritengo da umile iscritto all’ANA, che quel concetto di “Alpinità” in grado di rappresentare il nostro passato e il nostro presente, in Guerra ma ancora di più in Pace, si potrà solo alimentare ogni volta che troveremo valide occasioni per mettere come copricapo il nostro amato Cappello Alpino.